Domani scatta l’obbligo di esposizione del cartello con il prezzo medio dei carburanti nei distributori di benzina per tentare di frenare i rincari. La data era già stata stabilita nelle scorse settimane con i decreti attuativi del ministero delle Imprese e del Made in Italy ma cade nei giorni di una nuova impennata del costo alla pompa, con le associazioni dei consumatori che segnalano aumenti fino a 2,5 euro al litro in autostrada per il servito. Il prezzo medio verrà elaborato in mattinata sulla base delle comunicazioni dei gestori, andrà esposto entro le 9.30 di mattina. Protestano però le associazioni del settore, che dubitano della validità del cartello come deterrente della crescita dei prezzi e temono invece che spingerà a un livellamento verso l’alto.
“Da domani sarà il consumatore stesso ad accertarsi e scegliere se rifornirsi lì o passare altrove, può fare anche una segnalazione e denunciare al ministero o alla Guardia di Finanza che possono intervenire secondo le proprie competenze”, spiega il ministro Adolfo Urso. Il titolare del Mimit auspica che questa “ulteriore operazione trasparenza” renda possibile “contenere il prezzo di benzina e gasolio”.
Nell’ultima settimana, rileva Urso, il prezzo medio dei carburanti è cresciuto di 4 centesimi. I rincari, specifica il ministro delle Imprese, sono conseguenza “dell’incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere la Commissione Ue sul tetto al prezzo del gas”.
A gennaio scorso il prezzo della benzina era salito dopo la fine dello sconto sulle accise, introdotto a marzo 2021 dal governo di Mario Draghi successivamente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Urso ricorda che il taglio delle accise era stato “un intervento del precedente governo quando i prezzi dell’energia erano schizzati alle stelle”. Poi annota: “Oggi i dati sono ben diversi, riteniamo che le risorse pubbliche debbano essere destinate laddove ci siano davvero delle emergenze”. Dunque nessun nuovo taglio delle tasse sui carburanti in vista.
Bisognerà attendere ancora, invece, per l’avvio della App concordata a gennaio scorso nel confronto tra governo e associazioni di settore.
“Le forti tensioni sui prezzi dei carburanti che si registrano in questi giorni sono effetto della situazione internazionale dei mercati”, commenta Bruno Bearzi, presidente nazionale di Figisc, federazione dei benzinai Confcommercio. Poi aggiunge: “Che si parli del cartello del prezzo medio come strumento miracoloso che farebbe addirittura diminuire i prezzi è fuorviante e persino ingannevole”.
Secondo Giuseppe Sperduto, presidente della Faib-Confesercenti, “il rischio è che si realizzi quello che le associazioni di settore e la stessa Antitrust hanno pubblicamente denunciato, ossia un allineamento verso l’alto del prezzo medio”.
Mentre per il presidente della Fegica Roberto Di Vincenzo: “I gestori non fanno altro che applicare i prezzi che vengono comunicati loro dai titolari degli impianti. E non è stato raro il caso negli ultimi anni di gestori che hanno denunciato di subire condizioni inique sui prezzi”.
Intanto domani pomeriggio al Mimit, di concerto con il Mase, verrà presentato alle associazioni il progetto di riordino della rete dei distributori di carburanti. (AGI)
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