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Caldo: Coldiretti, è il terzo anno più bollente del pianeta

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La tendenza al surriscaldamento è evidente quest’anno che si classifica fino ad ora al terzo posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 1,03 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni dei dati relativi ai primi sette mesi del 2023 della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850.
I primi sette mesi salgono sul podio dei più bollenti dietro, nell’ordine, a 2016 e 2020 e sono stati caratterizzati da temperature superiori alla media su gran parte del globo a est, sud e nord dell’America settentrionale, in Sud America, Europa, Africa, nord e sud Oceania ed Asia. Ma da rilevare – continua la Coldiretti – è anche il moltiplicarsi nei diversi continenti di eventi estremi che hanno provocato alluvioni, nubifragi e uragani come per ultimo la tempesta tropicale  Hilary sulla California. In Italia il 2023 si classifica fino ad ora nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica al terzo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. Si conferma dunque anche quest’anno la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il caldo record in Italia nel 2023 è stato accompagnato da una media di quasi 11 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il 2023 è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio che ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,96 gradi la media del mese ed ha inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.   Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna. A causa dei cambiamenti climatici quest’anno si registra, infatti, un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. (AGI)
COP