La vita inizia a 80 anni. 80 anni sono quelli che domani compie Gianni Rivera, golden boy più famoso d’Italia, 3 scudetti e due coppe campioni vinte, una coppa intercontinentale, 501 partite giocate con il Milan.
È stato il primo, nel 1969 a vincere il pallone d’oro. Ex deputato del Parlamento italiano. “Questi 80 anni mi toccano, non posso farci niente. Poi mi dico che Paul McCartney e Mick Jagger ancora cantano e che John Glenn tornò nello spazio che di anni ne aveva 77, per cui…”, dice in una intervista a Repubblica. E’ diventato allenatore a tutti gli effetti: “Sono stato allenatore in campo per venti anni, so tutto del mestiere, sono pronto”, afferma e rispondendo a una domanda sul vuoto lasciato da Mancini sulla panchina azzurra, rilancia: “se mi chiamano, mi ci siedo volentieri. Tra l’altro, costo molto meno di Spalletti”. E a proposito della decisione dell’ex Ct, Rivera dice: “Molto strana, non l’ho mica capita. Credo di non essere l’unico”. Inevitabile la domanda sul Brasile e Pelè, se fosse partito titolare in quella partita contro la nazionale verdeoro: “Era il mio avversario perfetto, perchè giocava e lasciava giocare. Forse avremmo vinto noi”, ha detto. Pelè? “Meglio di tutti – conclude – meglio anche di Maradona. Se il calcio non fosse stato già inventato, lo avrebbe inventato Pelè. Lui era tutto, potente, sensibile. Non era tanto alto però saltava come una molla. Il suo sinistro era pari a quello di Diego, il suo destro migliore”. (AGI)
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