AGI – Le vendite di auto in Europa (Ue+Efta+Gb) registrano un calo del 7,1% a ottobre rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il dato segna un’inversione di tendenza rispetto al +1,1% di settembre che era stato il primo segnale positivo del mercato da otto mesi a questa parte. Le vendite, come rileva l’Acea, l’associazione dei costruttori europei, si attestano a 1.129.163 unità.
Dall’inizio dell’anno le immatricolazioni sono state di 9.696.928 unità (-27,3%). In Italia le vendite a ottobre sono scese dello 0,2% a 156.958 unità e nei primi 10 mesi dell’anno sono calate del 30,9% a 1.123.194 unità. x
Le immatricolazioni in Europa del progressivo annuo sono invece ancora molto lontane dai risultati del 2019 e il confronto dei dati dell’anno scorso con quelli del 2020 è poco significativo e non correttamente paragonabile.
Dopo la chiusura tra marzo e maggio delle attività non necessarie comprese le concessionarie, e dopo le incertezze ancora presenti in giugno e nei mesi successivi, il mercato è ancora distante dai valori del 2019, pur tornando su livelli ante pandemia. Infatti, complessivamente le immatricolazioni nel progressivo 2020 sono poco meno di 9.700.000, in calo del 27,3% rispetto ai primi dieci mesi del 2019.
Fca a ottobre ha venduto in Europa (Ue+Efta+Gb) 70.172 nuove auto, il 3,2% in più rispetto allo stesso mese del 2019. La sua quota di mercato è salita dal 5,6% al 6,2%. Dall’inizio dell’anno le vendite del gruppo si sono attestate a 560.202 unita’, in calo del 30,8% sullo stesso periodo dell’anno scorso. La quota di mercato e’ scesa dal 6,1% al 5,8%.
Durante il lockdown, Fiat Chrysler Automobiles aveva attivato alcune iniziative di successo – come Car@home, il servizio avviato con Google Meet per comunicare senza uscire di casa – con cui è stato possibile ai clienti contattare i consulenti di vendita FCA e acquistare una vettura, in modo così da ovviare parzialmente alla chiusura totale delle attivita’ commerciali.
Si è trattato di vantaggi concreti che hanno permesso ai clienti di scegliere in totale tranquillità il proprio mezzo di trasporto in un momento particolarmente complesso.
Queste iniziative si ripercuotono positivamente anche sulle vendite di ottobre. Infine, l’esperienza maturata con le iniziative avviate in primavera consentirà a FCA di affrontare un eventuale nuovo lockdown totale o parziale in modo ancora piu’ rapido ed efficace.
Dopo la prima crescita dell’anno nel settembre scorso (+1,1%), le immatricolazioni di autovetture nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) in ottobre tornano in rosso con un calo del 7,1% su ottobre 2019, ma con un calo molto piu’ pesante nei primi dieci mesi dell’anno (-27,3%). E’ quanto sosiene in una nota il Centro Studi di Promotor.
In ottobre dei 31 mercati nazionali dell’area solo quattro sono in crescita e si tratta di mercati piccoli o piccolissimi: Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%), Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%). “In questa situazione le previsioni per l’ultimo scorcio del 2020 e per il 2021 non possono essere che catastrofiche. È quindi essenziale – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che dal Parlamento venga la proposta di un pacchetto per l’auto da inserire nella Legge di Bilancio e che questo pacchetto sia adeguato all’importanza del comparto che, con il suo indotto, vale in Italia il 12% del Pil”.
Tra gli altri 27 mercati il risultato meno negativo e’ quello dell’Italia che in ottobre accusa un calo contenuto nello 0,2% per effetto del residuo impulso degli incentivi alle vetture con alimentazione tradizionale. Il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno è però particolarmente pesante proprio per il nostro Paese (-30,9%).
Nel gruppo dei cinque maggiori paesi dell’Europa Occidentale soltanto la Spagna fa peggio dell’Italia (-36,8%), mentre il calo del Regno Unito è quasi uguale a quello italiano (-31%) e migliori sono invece le situazioni di Francia (-26,9%) e di Germania (-23,4%).
In tutti i mercati la domanda di autovetture è oggi influenzata essenzialmente da tre fattori: le limitazioni alle attività economiche e alle libertà personali disposte per contrastare la pandemia, gli effetti sull’economia e sulla propensione all’acquisto di beni durevoli derivanti dalle limitazioni di cui si e’ detto e gli incentivi varati in quasi tutti i paesi per sostenere il mercato dell’auto e il rinnovo del parco circolante.
Ovviamente i primi due fattori penalizzano le vendite di auto, mentre il terzo fattore le sostiene. L’impatto dei primi due fattori è stato devastante da marzo a maggio. Da giugno ad ottobre gli incentivi hanno invece consentito di contenere le perdite, che sono state comunque pesanti. Ora è facile prevedere che il ritorno del virus determinerà nuovi crolli a partire da novembre, temperati, ma solo in parte, nei paesi con sistemi di incentivazione efficace e con stanziamenti adeguati.
Non vi sarà invece alcun temperamento dell’impatto del virus nei paesi con incentivazioni inadeguate. Purtroppo l’Italia rientra in quest’ultima categoria di paesi. Oggi, 18 novembre, sono completamente esauriti gli stanziamenti per gli incentivi previsti dal Decreto Agosto per le auto con emissioni da 61 a 110 di CO2 per gr/Km e si stanno esaurendo anche quelli per le auto con emissioni di CO2 da 0 a 60 gr/Km. A ciò si aggiunge che la proposta di Legge di Bilancio presentata dal Governo al Parlamento per la conversione in legge non prevede nulla per l’auto.
Vedi: Calano ancora le vendite di auto in Europa, e le previsioni sono pessime
Fonte: economia agi