La violenza non si manifesta solo fisicamente, ma è spesso veicolata anche dall’uso dei dispositivi digitali. Tanto che il 10% degli studenti ha assistito a scene di violenza filmate con un cellulare, mentre il 3,6% ha ripreso in prima persona questi episodi. Questo è quanto emerso nel Rapporto ESPAD Italia 2023 condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc). Nel contesto della violenza online, il 30% degli studenti ha ammesso di aver compiuto atti di cyberbullismo, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi. Le forme più comuni di cyberbullismo includono l’invio di insulti in chat di gruppo, l’esclusione o il blocco di persone da gruppi online e l’invio di messaggi offensivi. “È importante inoltre notare – si legge nel report – come i comportamenti violenti siano spesso associati ad altri fattori di rischio, come il consumo di sostanze psicoattive e l’uso problematico di Internet. Gli adolescenti coinvolti in atti di violenza riportano una maggiore tendenza all’abuso di alcol e droghe, con percentuali doppie rispetto a chi non ha messo in atto comportamenti violenti”. Inoltre, tra chi ha messo in atto almeno un comportamento violento, l’8% afferma di aver danneggiato beni pubblici o privati dopo aver bevuto troppo, mentre il 4,1% lo ha fatto dopo aver utilizzato droghe. Questi giovani mostrano anche una relazione più conflittuale con i propri genitori e una minore soddisfazione nei rapporti con amici e familiari, segnalando una condizione di malessere generalizzato. In particolare, i ragazzi coinvolti in comportamenti violenti riferiscono di essere meno soddisfatti del rapporto con i propri familiari, di avere scarso controllo parentale e basso sostegno emotivo. “I comportamenti violenti tra i giovani – spiega abrina Molinaro, dirigente di ricerca Cnr-Ifc e responsabile dello studio ESPAD Italia – tendono a creare un circolo vizioso, in cui si intrecciano disagio personale, problemi relazionali e abuso di sostanze. Per questo è fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione e interventi mirati non solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti di riferimento”. (AGI)