AGI – Le entrate tributarie e contributive nei primi nove mesi del 2020 evidenziano un ‘buco’ di 33,632 miliardi (6,7 per cento) rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019. Lo riferisce il ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo cui il dato tiene conto della variazione negativa del 6,6 per cento (-21.799 milioni di euro) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive del 6,8 per cento (-11.833 milioni di euro). Intanto, Bankitalia annuncia un nuovo record del debito pubblico a settembre.
Il dato, segnala la Banca d’Italia, si è attestato a 2.582,6 miliardi, in aumento di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente. Il fabbisogno del mese (20,9 miliardi), spiega l’istituto centrale, è stato solo parzialmente compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (-16,3 miliardi, a 84,5) e dall’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che hanno complessivamente ridotto il debito di 0,8 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 4,4 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,6 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Rispetto al mese precedente, la vita media residua del debito è rimasta sostanzialmente stabile, risultando pari a 7,2 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è aumentata di 0,4 punti percentuali, al 20,5 per cento.
A settembre – riferisce infine la Banca d’Italia – le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 29,7 miliardi, in aumento del 6,0 per cento (1,7 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2019. Nei primi nove mesi dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 288,1 miliardi, in diminuzione del 5,6 per cento (-17,1 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Vedi: 'Buco' entrate da 33,6 miliardi in nove mesi. Nuovo record del debito pubblico
Fonte: economia agi