Sandro Botticelli (1445-1510) è stato “fra i più autentici interpreti della cultura della sua epoca, rispecchiando i profondi cambiamenti della società in cui ha vissuto, nella Firenze dominata prima da Lorenzo il Magnifico in un periodo di lieta fioritura culturale, poi da fra’ Girolamo Savonarola in anni di turbato riformismo religioso. Per questo è divenuto il pittore ‘simbolo’ del Rinascimento, con i suoi splendori e le sue inquietudini”. Così la storica dell’arte Cristina Acidini, soprintendente dal 2006 al 2014 del Polo Museale della città di Firenze e oggi presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno e dell’Opera di Santa Croce, sintetizza la figura e l’opera del grande pittore, autore di capolavori come “La Venere” e “La Primavera”.
L’occasione è la presentazione del nuovo volume su Botticelli che impreziosisce la prestigiosa collana d’arte del Gruppo Menarini, nata nel 1956 per celebrare la bellezza del nostro Paese attraverso i grandi maestri della pittura italiana.
Dopo sessant’anni, Sandro Botticelli è tornato, infatti, nella collana d’arte del Gruppo Menarini con una monografia inedita a firma della stessa Acidini presentata oggi, a Firenze, nel Salone di Apollo di Palazzo Pucci, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e del board della stessa Menarini. “Questo straordinario artista torna nella collana Menarini – ha spiegato Acidini – con una seconda monografia che tiene conto delle novità emerse negli oltre sessant’anni trascorsi, grazie ai nuovi documenti ritrovati e alle nuove interpretazioni, specialmente riguardanti i suoi dipinti più suggestivi e misteriosi. Inoltre, le indagini scientifiche coincidenti con i restauri di molte sue opere hanno arricchito la conoscenza della sua pittura raffinata e versatile”.
Artista di successo, interprete sensibile della cultura dei suoi giorni e autore di opere straordinariamente attuali, Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, conosciuto col nome d’arte di Sandro Botticelli, è stato “un maestro di bellezza: con le sue ‘Veneri’ ha stabilito inconsapevolmente un canone di perfezione che si avvicina molto a quello dei giorni nostri – ha evidenziato la professoressa Cristina Acidini – Ma è stato anche una figura misteriosa e inquieta: nonostante la sua fama senza tempo, i suoi quadri nascondono tuttora misteri difficili da svelare”.
La monografia ci riporta nella Firenze della seconda metà del Quattrocento, nella tintoria di Mariano Filipepi, padre di Botticelli. È lì che il giovane Sandro, affascinato probabilmente dai colori utilizzati ogni giorno nella bottega di famiglia, si avvicina allo studio delle arti. Le poche testimonianze disponibili lo presentano come un uomo incline all’ironia, al sarcasmo e alla beffa, nel pieno spirito fiorentino dell’epoca.
Animo tormentato dal temperamento inquieto, rifiuta categoricamente di prendere moglie, ma dichiara amore eterno a Firenze che non abbandona mai, se non per poche e brevi trasferte di lavoro. Con acuta sensibilità d’uomo e d’artista, registra il cambiamento della sua città, dai trionfi carnevaleschi di Lorenzo de’ Medici alle processioni penitenziali di Savonarola. Come artista, ha la capacità unica di adattarsi al mutare della sua epoca, mettendo in scena anche figure tormentate e dal cromatismo più cupo, come il Compianto sul Cristo morto o la Pala delle Convertite, lontanissime dall’armonia e dalla grazia della Nascita di Venere e La Primavera. “E proprio queste due opere, con le loro innumerevoli variazioni e reinvenzioni, rendono Botticelli ancora oggi un artista estremamente popolare, ma non per questo un soggetto di studio meno interessante”, ha evidenziato Acidini.
Non sono poche, infatti, le controversie sulla cronologia e sull’interpretazione di molti dipinti botticelliani, compresi i più famosi. I restauri e le sofisticate indagini diagnostiche, infatti, portano costantemente a galla nuovi elementi che generano spunti di dibattito tra gli specialisti del settore. E tutto ciò è stato trasfuso con rigore scientifico e brillantezza di scrittura da Cristina Acidini nella nuova monografia di Botticelli.
“La collezione d’arte Menarini vuole valorizzare i grandi artisti italiani e farli conoscere anche ai più giovani – hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini – Scoprire Botticelli con le sue inquietudini dietro la meraviglia dei suoi quadri più noti rende questo artista molto vicino al sentire contemporaneo”.
Nel corso degli anni, la vocazione artistica del Gruppo Menarini è cresciuta e si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art. Si tratta di brevi video pillole in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei volumi Menarini. Finora sono stati pubblicati circa 700 video, per un totale di decine di milioni di visualizzazioni, disponibili sul canale Youtube di Menarini in 8 lingue. All’interno del canale, aggiornato mensilmente con nuovi contenuti, sono stati pubblicati recentemente i video delle opere più celebri di Botticelli, ma anche L’Adorazione dei Magi di Leonardo, La Madonna delle Cave di Mantegna e Il Bacco di Caravaggio.