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Bonus barriere architettoniche senza disabili

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Agevolazioni fiscali per l’accessibilità: per ottenere lo sconto fiscale è necessario che in casa vi sia un portatore di handicap?

La ristrutturazione di un’abitazione può comportare molteplici sfide, tra cui l’eliminazione delle barriere architettoniche. Ma cosa succede se non vi sono disabili nel nucleo familiare? La buona notizia è che è possibile beneficiare del Bonus barriere architettoniche al 75%, anche in assenza di soggetti disabili. In questo articolo esploreremo le agevolazioni offerte e i requisiti da soddisfare per accedervi.

Sfruttare il bonus barriere architettoniche

La domanda frequente riguarda l’accesso al Bonus barriere architettoniche al 75% per lavori di eliminazione di barriere architettoniche, come porte, pavimenti, servizi igienici, infissi e impianti elettrici, anche quando nel nucleo familiare non vi sono persone disabili. Sul punto si è già pronunciata l’Agenzia delle Entrate. In particolare, la circolare 17/E/2023 (alle pagine 86-87) ha chiarito che tale bonus edilizio è rivolto alla realizzazione di interventi finalizzati al superamento di barriere architettoniche in edifici già esistenti. La normativa non pone, come condizione per ottenere gli sconti, la presenza di disabili. Del resto nulla esclude che il portatore di handicap possa essere un soggetto estraneo al nucleo familiare come un genitore non convivente, un amico, ecc.

Categorie di lavori eligibili

I lavori coperti dal Bonus barriere architettoniche includono una vasta gamma di interventi, come la sostituzione di finiture come pavimenti, porte e infissi esterni, il rifacimento o l’adeguamento di impianti tecnologici come servizi igienici, impianti elettrici, citofonici e di ascensori. Anche il rifacimento di scale ed ascensori, l’inserimento di rampe interne ed esterne agli edifici e l’utilizzo di servoscala o piattaforme elevatrici rientrano nelle categorie di lavori coperti dal bonus.

Requisiti da rispettare

Affinché sia possibile accedere al Bonus barriere architettoniche, gli interventi devono essere funzionali all’abbattimento delle barriere architettoniche presenti nell’edificio. In caso di sostituzione degli impianti, la detrazione spetta anche per le spese di smaltimento e bonifica dei materiali e impianti sostituiti. È importante che gli interventi rispettino i requisiti stabiliti dal regolamento del Ministero dei Lavori Pubblici datato 14 giugno 1989, numero 236. Tale regolamento stabilisce le prescrizioni tecniche per garantire l’accessibilità, adattabilità e visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata.

Applicabilità del principio

La circolare menziona che il principio di accesso alla detrazione si applica anche al Bonus barriere architettoniche al 75% quando l’intervento di eliminazione delle barriere architettoniche viene effettuato in assenza di persone disabili nell’unità immobiliare o nell’edificio interessato dai lavori. Questo principio sottolinea l’importanza dell’accessibilità anche quando non vi sono persone con disabilità presenti.

Esempi pratici

Per comprendere meglio l’applicazione del Bonus barriere architettoniche senza disabili, consideriamo un caso in cui un proprietario decide di ristrutturare il proprio appartamento, installando una rampa interna e sostituendo le porte con modelli più larghi per favorire l’accessibilità. Anche se nel suo nucleo familiare non vi sono persone disabili, il proprietario potrebbe comunque beneficiare del Bonus del 75% per gli interventi effettuati.

 

Di Raffaele Mari – fonte: https://www.laleggepertutti.it/