Il nuovo commissario di Governo per la bonifica dell’area di Taranto, Vito Felice Uricchio, ha stimato un fabbisogno di circa 500 milioni di euro per rilanciare e riprendere le attività. Lo ha detto lo stesso commissario oggi, a margine dell’incontro avuto in Prefettura con mondo universitario e della ricerca (tra Università e Politecnico di Bari, Cnr, Conisma, Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare, e Italian Scientist Association) che gli ha presentato un documento del Mar Piccolo, una delle aree della città che necessita di un’azione di risanamento. Uricchio, dal precedente commissario, l’allora prefetto di Taranto, Demetrio Martino (oggi a Verona), ha ereditato 52 milioni. “Attualmente dispongo solo di 52 milioni che serviranno in buona parte per pagare anche un pò di debiti, e quindi sicuramente chiederemo nuove risorse – dice Uricchio confermando quanto scritto da Quotidiano domenica scorsa -. È il momento giusto per poterlo fare perché sta partendo anche la nuova programmazione. C’è una disponibilità della politica. Esattamente venerdì scorso il vice ministro all’Ambiente, Vannia Gava, ha chiesto una ricognizione degli interventi prioritari e lunedì prossimo risponderò a questa domanda”. Uricchio dice che sulle nuove necessità finanziarie per la bonifica “c’è una stima orientativa, ma probabilmente andremo anche un pò oltre. La stima orientativa era di 500 milioni”. Per il commissario di Governo, “l’intento è quello di avviare un nuovo percorso che fondi le proprie basi sul supporto scientifico, che é assolutamente fondamentale. Il settore delle caratterizzazioni, messa in sicurezza, bonifica, non può assolutamente fare a meno di un contributo scientifico, straordinariamente centrale in questi percorsi. Ci sono evoluzioni scientifiche importantissime. Noi vogliamo metterle a terra, passare dalla teoria alla pratica, realizzarle effettivamente, ma attraverso un percorso partecipativo. Tutti – sostiene il commissario – devono essere coinvolti. Ho particolarmente apprezzato l’iniziativa dell’intero mondo scientifico tarantino per dare impulso a queste attività. Le tecnologie esistono, sono tante, noi dobbiamo scegliere le migliori che consentano di poter effettivamente e finalmente bonificare anche il Mar Piccolo”. (AGI)
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