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Bonaccini e Giani chiedono un “cambio di passo” sui vaccini

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AGI – I governatori dell’Emilia Romagna e della Toscana incalzano il governo sui vaccini. “Serve un deciso cambio di passo” sostiene Stefano Bonaccini in un’intervista al Corriere della Sera, all’indomani della videoconferenza che si è svolta tra governo e Regioni in vista del Consiglio dei ministri che dovrà decidere le nuove misure anti Covid. Gli fa eco il ‘collega’ toscano, Eugenio Giani, intervistato da La Stampa: “La questione forte che poniamo al governo, non è tanto sulle chiusure, quanto sulla vera partita: adoperarsi per comprare vaccini”.

Bonaccini spiega: “Confido nella forza della Ue e nell’autorevolezza internazionale del presidente Draghi, perché cessino i tagli e le dosi in arrivo si moltiplichino. Le forniture dipendono dalle aziende produttrici” ma “i contratti li ha firmati la Commissione europea per tutti gli Stati membri”, tanto per stabilire ruoli e responsabilità. Quindi, si dice d’accordo con Romano Prodi “quando propone che le imprese che detengono i diritti sui vaccini li rendano disponibili a chiunque sia in grado di produrli con efficacia” perché “la ricerca ha potuto contare ovunque su ingenti fondi pubblici. È il momento di restituire alla collettività”.

In sintonia il presidente della Regione Toscana: “La questione forte che poniamo al governo, non è tanto sulle chiusure, quanto sulla vera partita: adoperarsi per comprare vaccini. Lo slogan per superare il Covid è solo uno: vaccini, vaccini, vaccini. Questa è la priorità assoluta, il resto sono rimedi palliativi e misure di difesa, mentre dobbiamo andare all’attacco”, il che vuol dire “non stare chiusi in una difesa che annulla la nostra economia”.

Anche perché, prosegue il ragionamento di Giani, c’è da considerare che “un vaccino somministrato una settimana prima consente a una persona di vivere in tranquillità e fare il suo lavoro”. Finora il governo “si e’ chiuso in logiche di diplomazia europea” critica: “non si possono spendere 80 euro per un tampone molecolare e metterci a guardare i pochi euro in più su un vaccino che costa 3 euro come Astrazeneca e 20 come Pfizer o Moderna”.

Il governatore toscano esorta: “Spendiamo il doppio per i vaccini, che ci danno forza per affrontare il virus. Il vero messaggio al governo è: passiamo dalle discussioni sulle modalità di chiusura a una politica che ci dia vaccini”. Questa sollecitazione, per Giani, significa tre cose: “Il governo si muova di più sul piano internazionale per reperire vaccini. Lo facciano le Regioni, ma soprattutto lo Stato, con la capacità di portarne di più di quanto ad oggi il vincolo all’Europa ci consente, come hanno fatto Israele a la Gran Bretagna

Nodo parametri e Regioni ‘colorate’

Sugli spostamenti invece, Bonaccini sottolinea che “le persone sono esauste” e “il continuo entrare e uscire da zone colorate, senza che si riesca a piegare la curva in maniera strutturale, non aiuta. Ci sono – ricorda – attività economiche che non sanno cosa accadrà il giorno dopo, altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema. Al governo chiediamo un confronto sulla revisione dei parametri e delle misure, per dare maggiori certezze a cittadini e imprese e rendere più efficace l’azione di contrasto al virus”.

Quindi rispetto alla proposta da lui stesso lanciata di una zona arancione per tutta l’Italia, il presidente della Regione Emilia-Romagna precisa: “Qualcuno ha interpretato la mia proposta come l’estensione della zona arancione a tutto il Paese. Non è così, dobbiamo evitare che dopo l’anno dell’unità e della solidarietà, segua l’anno della rabbia sociale e della frustrazione”. E conclude: “Chiediamo al Cts indicazioni più chiare e al governo di riconsiderare l’impianto dei provvedimenti”.

Anche secondo Giani, per quanto riguarda le chiusure regionali “vanno trovati parametri semplici e comprensibili” perché “così si evitano molte proteste e la popolazione comprende il sistema. Criteri oggettivi e non ingegneria matematica. Abbiamo un mese e mezzo per limitare i contagi – conclude il governatore toscano – a tanti esercizi dico di tenere duro e poi possiamo darci nuovi criteri per riaprire anche cinema e musei”.