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È possibile affermare che, più le galassie sono lontane maggiore è la velocità con cui si allontanano!  Ciò permise ad Hubble di approdare ad una notevolissima conclusione: “il nostro universo si sta espandendo”.

 

Di Francesco Ferrara

Caro lettore, l’universo è molto più misterioso di quanto non si possa immaginare e tutti gli studiosi, che si sono cimentati nella sua esplorazione, hanno sempre fatto delle scoperte sconvolgenti che “fanno a pugni”, nella maggior parte dei casi, col senso comune.

Per cercare di comprendere i misteri dell’universo, dobbiamo armarci di un po’ di pazienza e fare un salto nel passato.  Nell’anno 1929, un sedicente astronomo, Edwin Hubble, osservando il cielo col suo telescopio si accorse che le galassie, tutt’altro che ferme, si allontanavano rispetto al punto d’osservazione, con una velocità direttamente proporzionale alla distanza.

Pertanto, è possibile affermare che, più le galassie sono lontane maggiore è la velocità con cui si allontanano!  Ciò permise ad Hubble di approdare ad una notevolissima conclusione: “il nostro universo si sta espandendo”.

Poiché l’espansione dell’universo è un dato di fatto, i cosmologi hanno ripercorso a ritroso, avvalendosi di strumenti matematici, il cammino dell’universo, pervenendo alla conclusione che, tredici miliardi di anni fa, circa, lo stesso universo fosse concentrato in un volume estremamente piccolo, molto più piccolo di un atomo, a cui i fisici hanno dato il nome di singolarità.

Caro lettore, dobbiamo quindi immaginare che, tutto ciò che esiste, galassie, stelle, pianeti, fosse concentrato in un volume estremamente piccolo e fosse in uno stato di pura energia.

In un istante, che possiamo battezzare istante zero, la singolarità menzionata è esplosa, ed ha iniziato a generare l’universo noto, precisamente ha iniziato a generare lo spazio, il tempo, la materia e tutto ciò che esiste.

Urge una doverosa precisazione! Quando immaginiamo qualcosa che si sta espandendo, il nostro cervello, limitato ad una realtà a tre dimensioni, pensa ad un “oggetto” che si espande all’interno di uno spazio già preesistente. Se stai immaginando proprio questo, ti invito a dirottare la tua immaginazione in un’altra direzione.

Mentre l’universo si espande, crea, istante per istante, spazio, tempo e materia. L’universo si espande e crea, istante per istante, sé stesso, superando dei confini oltre i quali c’è il nulla, o meglio qualcosa che possiamo definire un “non universo”.

Proviamo a capire meglio con un esempio! Immagina un panettone natalizio che è in fase di lievitazione. Inizialmente è una massa concentrata di farina e le uvette sono l’una vicina all’altra. Mammano che la lievitazione fa il suo corso, il volume aumenta e nello spazio circostante che, non è fatto di panettone, si crea, istante per istante, il panettone. La distanza fra le uvette aumenta nel tempo, non perché queste fisicamente si allontanino, ma perché la massa iniziale di farina lievitata si sta espandendo.

Spero che l’esempio del panettone ti stia aiutando a comprendere meglio. Be, mi perdonerai se ti dico che ho rubato l’esempio ad un fisico americano.

Stai forse pensando che il discorso si sia concluso? No caro lettore! C’è dell’altro!

Quella del Big Bang è solo una teoria, sicuramente una delle più accreditate teorie, ma pur sempre una teoria.

Qualcuno ha avanzato delle ipotesi diverse!

Sei curioso di saperne di più? Bene! Non mancare di leggere il successivo numero del nostro giornale.