Il tema dei balneari non è mai uscito dall’agenda di governo ma sottotraccia la maggioranza continua a chiedere che si trovi una soluzione per venire incontro al settore pronto a chiudere gli ombrelloni su tutto il litorale nazionale se l’esecutivo non interverrà prima della pausa estiva con regole chiare e omogenee. L’iniziativa è stata lanciata da Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti, la prima protesta è stata indetta per il 9 agosto, ma potrebbero essercene altre da qui alla fine del prossimo mese. L’interlocuzione è portata avanti dall’esecutivo con la Commissione europea, con il governo al lavoro per cercare di trovare un’exit strategy.
Il nodo è sempre l’applicazione della direttiva Ue Bolkenstein e l’obbligo, in nome della concorrenza di mercato, di liberalizzare le spiagge. Le concessioni balneari sono in scadenza il prossimo 31 dicembre e dovranno essere riassegnate tramite gare pubbliche. Il tavolo costituito dal governo si è concentrato sulla mappatura delle spiagge, il dato emerso è che la risorsa “non è scarsa” perché solo il 33% risulterebbe occupato, mentre il restante 67 sarebbe libero.
Chi porta avanti il dossier tra le forze politiche auspica che già nel prossimo Consiglio dei ministri che si terrà prima della pausa estiva – una riunione è in programma mercoledì 7 – possa essere affrontato l’argomento. Il governo è al lavoro su un dl infrazioni ma, sottolineano fonti parlamentari di maggioranza, ogni valutazione slitterà, forse in una riunione da convocare a fine agosto. Nella maggioranza si ribadisce la necessità di una mini-proroga di due anni, di pensare agli indennizzi per i concessionari uscenti, di introdurre più che un diritto di prelazione una serie di ‘paletti’ in modo da agevolare soprattutto le piccole imprese e quelle familiari. Ma l’imperativo resta quello di evitare una bocciatura da parte di Bruxelles dopo che nelle scorse settimane si sono tenute anche diverse riunioni con i tecnici della Commissione. Tra l’altro, entro fine agosto si capirà anche quale portafoglio spetterà all’Italia e in ballo c’è anche quello della concorrenza, oltre a quello sulla coesione, il bilancio e la gestione del Pnrr. (AGI)
GIL