“E’ indispensabile una discussione seria e non strumentale sulle problematiche degli imprenditori balneari italiani”. Lo afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe-Confcommercio.
“Caso emblematico dell’uso, tanto strumentale quanto superficiale, è la polemica sui canoni – prosegue – la riduzione del 4,5% previsto per quest’anno, (così come l’aumento del 25% del 2023), è dovuta alle variazioni dell’indice Istat così come previsto dall’art. 1 comma 252 della legge nr. 296/2006. È questa la legge che stabilisce i canoni demaniali”. Secondo il presidente del Sib “basterebbe vedere chi all’epoca aveva responsabilità di governo per scoprire tutta la strumentalità del dibattito politico. La questione balneare non è sorta adesso, ma nel 2009, da allora si sono succeduti otto governi di ogni schieramento politico. Tutti hanno prorogato la durata delle concessioni e nessuno ha messo mano alla riforma dei canoni demaniali. Nessun politico può ergersi a giudice”.
Per Capacchione: “Invece di utilizzare la questione balneare per mettere in difficoltà il governo di turno si impegnino tutti per una soluzione strutturale e definitiva con serietà, responsabilità, ma, soprattutto, con spirito di verità”. (AGI)
MAN