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“Back to the future” di Biden sulla politica estera ma non sulla Cina

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AGI – Gli Stati Uniti ritirano l’appoggio all’offensiva militare nello Yemen della coalizione guidata dall’Arabia Saudita e, nell’ambito di “una revisione globale della presenza delle forze” a stelle e strisce, decidono di congelare lo spostamento delle truppe americane di stanza in Germania ordinato da Donald Trump. L’annuncio non arriva dal Pentagono ma, emblematicamente, dal dipartimento di Stato in occasione della prima visita di Joe Biden  da comandante in capo.

“L’America è tornata, la diplomazia è tornata”, proclama il presidente, delineando una politica estera “back to the future”, “rafforzando i muscoli atrofizzati delle alleanze internazionali” e senza “lasciapassare” nei confronti dei regimi autoritari, a partire dalla Russia alla quale ha chiesto il rilascio “immediato e senza condizioni” del leader dell’opposizione Alexei Navalny.

“Back to the future” è lo stop alla vendita di sofisticati armamenti statunitensi agli alleati arabi, tradizionalmente fuori discussione prima dell’avvento di The Donald, per garantire ad Israele un vantaggio qualitativo dal punto di vista militare. “Back to the future” è l’estensione per 5 anni del trattato di disarmo nucleare con la Russia New Start. Un po’ meno marcato il ‘ritorno al futuro’ sulla Cina, rispetto al predecessore. “Risponderemo direttamente alle sfide poste alla nostra prosperità, alla nostra sicurezza e ai nostri valori democratici dal nostro più serio competitor, la Cina ma saremo pronti – avverte – a lavorare con Pechino se sarà nell’interesse dell’America”.

In due settimane, da quando si è insediato alla Casa Bianca, Biden ha riportato gli Stati Uniti nell’Organizzazione mondiale della Sanità e nell’accordo sul clima di Parigi per competere “da una posizione di forza ma ricostruendo meglio a casa”, “lavorando con i nostri alleati a partner, rinnovando il nostro ruolo nelle istituzioni internazionali, reclamando la nostra credibilità e autorità morale che è andata in buona parte persa”.
             

Durante la visita al dipartimento di Stato, accompagnato, come in ogni occasione che conta dalla vice Kamala Harris, Biden ha annunciato la firma di un ordine esecutivo per alzare a 125.000 all’anno (dal prossimo primo ottobre) il tetto sull’accoglienza dei rifugiati, contro il massimo di 15.000 fissato da Donald Trump.  In arrivo anche un memorandum per la tutela dei diritti di Lgbtq, dopo aver cancellato il divieto del predecessore sui transgender nelle forze armate.

 “E’ arrivato il momento di ricostruire quello che è stato così pesantemente danneggiato – conclude il presidente – rinsalderemo le nostre alleanze, torneremo ad impegnarci nel mondo, non per affrontare le sfide di ieri ma quelle di oggi e del futuro”. Biden ha acceso la sua macchina del tempo, può andare avanti e indietro, oppure muoversi tanto e restare fermo.

Vedi: “Back to the future” di Biden sulla politica estera ma non sulla Cina
Fonte: estero agi


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