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Autobomba per uccidere ufficiale Gdf, arrestata pure ex moglie

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Una violenta deflagrazione e pezzi di auto sono arrivati anche a sessanta metri. Alla guida della vettura, il 21 marzo 2013, a Bacoli (Napoli), c’era un ufficiale superiore della Guardia di Finanza vivo per miracolo. Pochi giorni dopo l’attentato, venne arrestato l’autore materiale dell’attentato. Oggi il cerchio si è chiuso con altri tre arresti. La pista è quella familiare e in carcere sono finite tre persone: i due che hanno materialmente fabbricato l’ordigno molto potente che avrebbe potuto uccidere il militare, e l’ex moglie, quale mandante dell’attentato. Le indagini sono state svolte dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, nei confronti di tre persone indagate di fabbricazione di ordigno esplosivo e concorso in tentato omicidio pluriaggravato. Tra loro c’è la 39enne ex compagna dell’ufficiale superiore della Guardia di Finanza, ritenuta dagli investigatori la mandante del tentato omicidio. L’autore materiale dell’attentato avrebbe quindi agito su mandato della donna, che a sua volta ha potuto contare sul contributo materiale di altre due persone per il confezionamento dell’ordigno artigianale. Dopo l’attentato e l’arresto dell’autore materiale, le indagini della Procura di Napoli hanno seguito la pista familiare. Il maggiore aveva infatti riferito di una separazione ‘conflittuale’ con la moglie e di screzi legati soprattutto agli incontri con il loro bambino, che la donna avrebbe tentato di impedirgli, con conseguenti reciproche denunce. (AGI)