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Auto: Federauto, incentivi hanno disorientato il mercato

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“La struttura delle vendite mostra che vanno bene solo le ibride, mentre le elettriche a spina segnano una fortissima difficoltà a crescere che sarebbe anche maggiore se non fosse per le auto immatricolazioni dei concessionari, spesso vincolate dai costruttori”. E’ il commento di Federauto alle immatricolazioni auto. “Alla fine, gli effetti degli incentivi sono stati di fatto più che azzerati a fine anno, proprio perché – arrivati in ritardo e isolati da una revisione complessiva della politica per l’auto – hanno contribuito a disorientare il mercato più che a sostenerlo”. L’effetto attesa dell’ecobonus, come al solito, “prima ha frenato il mercato poi lo ha improvvisamente e per poco tempo dilatato, suscitando qualche illusione”.
“Noi avevamo, però, messo subito in guardia dal troppo rapido esaurimento delle risorse destinate ai BEV. Non è un caso che oggi registriamo la stasi del noleggio e dell’auto aziendale – peraltro ulteriormente penalizzata dalla nuova bozza di legge di Bilancio per il 2025 – che costituiscono una fetta preponderante del mercato. Per questo, più che gli incentivi, serve una politica fiscale sull’auto equa e condivisa, che metta ordine nella giungla delle imposizioni che gravano sugli autoveicoli e ridistribuisca più razionalmente il carico fiscale”. “Nello scenario 2025 – prosegue Federauto – ci auguriamo scaturiscano decisioni delle nuove istituzioni europee in materia di Green Deal Automotive fra cui, naturalmente, la revoca del sistema di sanzioni a carico dei costruttori che, nonostante gli sforzi e gli investimenti fatti, non trovano nel mercato le risposte ad un programma politico che si sta dimostrando irrealizzabile. Se quelle sanzioni dovessero rimanere, infatti, le conseguenze sarebbero pesantissime e non solo per i costruttori. Perché questi ultimi, per mantenere le percentuali di veicoli a zero emissioni in un mercato che non li vuole, saranno costretti ad abbassare le quote di produzione dei veicoli ad alimentazione fossile (quelli cioè che hanno più mercato) ed aumentare il prezzo al consumatore. Il che porterà a un ulteriore calo delle immatricolazioni, e al ridimensionamento delle reti di vendita (dopo gli annunciati licenziamenti nelle fabbriche degli OEM e dell’indotto), con il risultato paradossale che il circolante diventerà sempre più dannoso per l’ambiente, sia in termini di CO2 che di inquinanti, e per la sicurezza”.
Dal lato dei canali di vendita, i privati rimangono stabili nel mese di Dicembre (+0,11%) al 60,2% di quota (58,5% da inizio anno, +2,00 p.p.); le flotte guadagnano +2,2%, con una quota al 6,6%, mentre nel cumulato segnano un disavanzo del -4,4% (quota 5,2%). (AGI)