Le formiche rosse importate stanno mettendo in ginocchio l’Australia per l’espansione geografica di questi parassiti altamente invasivi che minacciano le specie autoctone, la salute umana e l’industria, tra cui quella della carne bovina. Una vera e propria piaga aggravata dall’inefficacia del controverso piano di lotta attuato dal governo federale e da diversi stati australiani. Fonti concordanti ritengono che le formiche rosse importate (Rifa) sono entrate in Australia negli anni ’90, ma sono state scoperte nel porto di Brisbane solo nel 2001. Il parassita estremamente dannoso ora si è diffuso in più di 700 mila ettari nel Sud-Est del Queensland e recenti rilevamenti hanno riscontrato la sua presenza anche nel Nord del New South Wales. Per contrastare le Solenopsis invicta – questo il loro nome scientifico – stati, territori e governi federali hanno ideato un apposito programma, con in dotazione più di 1,2 miliardi di dollari di finanziamenti, di cui 593 milioni di dollari coprono il periodo 2023-2027. Eppure, secondo quanto emerso da udienze pubbliche nell’ambito di un’inchiesta aperta dal Senato, il principale ente di ricerca scientifica australiano (CSIRO) ha ricevuto solo 100 mila dollari all’anno, in tutto un milione di dollari negli ultimi 10 anni: un importo valutato da più parti come “troppo basso” per combattere le micidiali formiche rosse. “Alcune delle prove che ho ascoltato mi hanno spaventato”, ha commentato al Guardian il presidente della commissione, il senatore Matt Canavan, citando “le potenziali ramificazioni” dei parassiti. Nella lotta alle formiche rosse invasive la Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, un’agenzia governativa australiana, sta portando avanti ricerche pionieristiche e sul terreno vengono utilizzate le ultime tecnologie disponibili, tra cui droni per la sorveglianza ed esche genetiche. Secondo l’Invasive Species Council, il 95% del territorio australiano è adatto alle formiche rosse. Se le formiche si diffondessero nell’habitat australiano, l’impatto sarebbe peggiore degli effetti combinati di conigli, rospi delle canne, volpi, cammelli, cani selvatici e gatti selvatici. Ogni anno fino a 650 mila australiani potrebbero essere punti, l’industria della carne bovina potrebbe subire tagli fino al 40% oltre a colpire quella dello zucchero. Al di là della controversa gestione dei fondi nella lotta alle formiche del fuoco – altro nome della specie invasiva – sono in causa anche alcuni degli strumenti utilizzati. Gli esperti hanno riferito al Senato che il veleno “estremamente tossico” usato sulle formiche rosse sta uccidendo gli animali nativi australiani. Un rischio invece respinto da diversi esperti ambientali interpellati dai media. “Non c’è assolutamente alcuna possibilità che il modo in cui viene utilizzato il pesticida Fipronil sulle formiche rosse possa avere un impatto sugli animali autoctoni, a parte alcuni impatti altamente localizzati sulle specie di formiche autoctone, che si ricolonizzeranno rapidamente una volta che le formiche rosse saranno state rimosse dall’area”, ha assicurato Jack Gough dell’Invasive Species Council. “La realtà è che le formiche rosse sono un disastro per la nostra fauna selvatica nativa e il loro impatto supera di gran lunga gli impatti molto piccoli e localizzati di questa sostanza chimica”, ha concluso l’esperto ambientale. (AGI)