AGI – Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva sul certificato verde digitale europeo. I negoziati tra i deputati al Parlamento europeo e gli Stati membri sul certificato Covid-19 non hanno ancora portato a un accordo, nonostante una proposta di compromesso del Parlamento europeo.
I colloqui riprendono oggi con l’intento di raggiungere un accordo prima del weekend in vista del vertice del Consiglio europeo di lunedì e martedì. La terza sessione di discussioni si è conclusa martedì sera, senza successo.
Alla base dello stallo ci sono essenzialmente due motivi: la richiesta di deputati di test gratuiti e la revoca della possibilità per gli Stati membri di imporre quarantena con il certificato verde digitale.
Gli Stati si oppongono alla richiesta di test gratuiti per il peso finanziario che comporterebbe. Gli eurodeputati hanno proposto quindi di utilizzare i finanziamenti europei, lo “strumento di aiuto di emergenza”, e di destinare una “somma sostanziosa” per garantire ai cittadini test accessibili gratuitamente. Ma la proposta deve essere “chiarita” e la richiesta dei parlamentari di un tetto al prezzo dei test rimane inaccettabile per gli Stati membri, spiegano fonti diplomatiche.
Inoltre, il Parlamento europeo aveva inizialmente chiesto che ai titolari di certificati non si possano imporre misure restrittive come la quarantena al loro arrivo in un Paese. Ma gli Stati membri, sottolineando che si tratta di una competenza nazionale, vogliono mantenere la possibilità, ad esempio in caso di comparsa di una variante.
Gli eurodeputati si sono mostrati pronti a fare concessioni, rinunciando al divieto di queste ulteriori misure restrittive, ma chiedono che siano giustificate, sulla base dei pareri del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc).
Tuttavia, gli Stati membri non vogliono dover informare il Parlamento europeo delle loro misure. Se non si dovesse raggiungere oggi l’accordo, probabilmente il certificato green sarà declassato a una raccomandazione e non sarà più vincolante.
I vaccini sviluppati contro il Covid-19 sono “efficaci contro tutte le varianti del virus”. A dirlo è Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della sanità durante il consueto monitoraggio settimanale.
Kluge ha poi messo in guardia sul fatto che la “pandemia non è ancora finita” nonostante siano in calo in Europa sia i contagi che i decessi. Per questo motivo “i viaggi internazionali dovrebbero essere evitati”. I casi settimanali in Europa sono scesi da un plateau di 1,7 milioni di infezione rilevate a metà di aprile a sole 685.000 registrate la scorsa settimana. “È un calo pari al 60% in un mese”.
Secondo Kluge “abbiamo imparato la lezione nel modo più duro e difficile. Ora stiamo andando nella giusta direzione, ma non dobbiamo smettere di osservare con attenzione un virus che ha causato la morte di quasi 1,2 milioni di persone, l’equivalente della popolazione di Bruxelles“.
La nuova variante indiana, B.1.617, definita “preoccupante” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stata identificata in almeno 26 dei 53 Paesi riconosciuti nella “regione europea” dell’Oms. Tra queste ci sono Austria, Grecia, Israele e Kirghizistan.
Source: agi