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Assicurazioni, raddoppiano i riscatti delle polizze vita

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L’impennata dei rendimenti dei titoli di stato ha reso più attrattivi i governativi. Solo nei primi sei mesi del 2023, uscite a quota 58,4 miliardi di euro

Occhi puntati sui riscatti e sui possibili cambiamenti al regolamento delle gestioni separate. Il settore assicurativo, in questa fase di particolare turbolenza, gioca su più tavoli nel tentativo di arginare gli effetti che il contesto economico finanziario sta avendo sul comparto Vita. E che si possono leggere nel repentino incremento del numero di clienti che porta all’incasso la propria polizza. D’altra parte, l’impennata dei rendimenti dei titoli di stato ha reso più attrattivi i governativi che, peraltro, stanno anche generando forti minusvalenze sul portafoglio investimenti del mondo assicurativo. Se a questo si aggiunge il caso Eurovita, è comprensibile il motivo per cui le gestioni separate siano diventate il nuovo snodo chiave per il settore. Di qui la convinzione che l’Ivass avvii una nuova consultazione pubblica, dopo quella promossa circa un anno fa sulle unit linked, entro la fine dell’anno per provare a cambiare le carte in tavola.

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I riscatti

Punto di partenza per comprendere al meglio lo scenario sono le polizze Vita che vengano incassate prima della scadenza. Nel primo semestre 2023, stando ai dati Ania, l’ammontare complessivo delle uscite ha toccato quota 58,4 miliardi, con una variazione annuale in forte aumento: +45,2% rispetto ai primi sei mesi del 2022. A pesare, in particolar modo, sono stati i riscatti e altri rimborsi che hanno rappresentato il 76% dei pagamenti. Il dato, sulla carta, appare preoccupante. Tanto più se ci si sofferma sul trend.

 

La percentuale di riscatti sulle polizze ha sempre viaggiato attorno al 5% annuo, nel 2022 questa cifra è salita al 6,6% e a settembre di quest’anno aveva già toccato quota 7,6%. Il dato è ancora più rotondo se si guarda il solo comparto della bancassurance: qui viene toccato il 9,7%, esclusa Poste. Mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno e questo fa immaginare che il valore, a bilancio, sarà ancora più rotondo.

Tuttavia, va segnalato, il trend di ascesa sembra aver almeno parzialmente invertito la rotta. Se l’importo mensile dei riscatti viene rapportato all’ammontare medio delle riserve matematiche emerge che questo indicatore è cresciuto notevolmente negli ultimi tre anni, passando da un valore medio pari a 0,47% nel 2020 a 0,52% nel 2021, fino a raggiungere lo 0,56% nel 2022. Tale andamento è confermato anche nei primi sei mesi del 2023, quando il rapporto riscatti/riserve del totale Vita è salito progressivamente fino a raggiungere l’1,12% nel mese di marzo.

A giugno, però, è arrivata quella che appare come una svolta: l’indicatore è sceso allo 0,85%. Una contrazione confortante e rilevata anche nei mesi successivi di luglio e agosto. Le compagnie, d’altro canto, sono ben consapevoli di quanto sia centrale frenare ulteriormente i riscatti, fenomeno che può essere arginato facendo il più possibile leva sul rapporto con l’assicurato. Anche perché, va ricordato, il portafoglio investimenti del settore assicurativo italiano registra minusvalenze latenti per poco più di 30 miliardi, frutto principalmente del saldo negativo sugli investimenti in titoli di Stato che vale quasi 35 miliardi di euro.

Le gestioni separate

A fronte di tutto ciò, come si diceva, il settore assicurativo auspica un cambio di regole per le polizze di Ramo I. Perché ciò avvenga Ivass dovrà avviare una nuova consultazione, e questo dovrebbe avvenire entro l’anno. I temi sul tavolo, nel qual caso, sarebbero fondamentalmente due. Da un lato una maggiore flessibilità sull’uso del fondo utili. A tal proposito l’ambizione sarebbe di creare una riserva esclusivamente dedicata alle gestioni separate che consenta di andare a monetizzare eventuali plusvalenze. Cosa che adesso può avvenire solo per i nuovi prodotti collocati. Mentre l’auspicio sarebbe di allargare questa opportunità al portafoglio esistente. Dall’altro, altro tassello chiave, è come devono essere determinate le garanzie e come queste possano essere modificate nel tempo. Di fatto, l’obiettivo sarebbe quello di poter adeguare le garanzie agli andamenti del mercato.

 

di Laura Galvagni – fonte: https://www.ilsole24ore.com/