ARTE E FILOSOFIA COLLABORANO NEL SAGGIO DEL FILOSOFO IRANIANO REZA NEGARESTANI TRADOTTO IN ITALIANO DA TLON. UNA RIFLESSIONE CHE PARTE DAL LAVORO DELL’ARTISTA FRANCESE JEAN-LUC MOULÈNE
Bisogna dare merito a Tlon di aver coraggiosamente pubblicato il piccolo volume di Reza Negarestani (Shiraz, 1977), uno dei filosofi più misteriosi e affascinanti del nostro tempo. Tortura concreta. Jean-Luc Moulène e il protocollo dell’astrazione, tradotto da Gioele Cima, è un’opera filosofica infusa di mistero, eterogeneità e sorprendente ibridazione disciplinare. L’arte di Mouléne diviene referente filosofico per connettere e re/immaginare la creazione artistica come un campo di possibilità che non sono date in anticipo all’azione e al pensiero, ma che vengono di volta in volta negoziate con la materia e le idee. La missione dell’autore dei supercult Cyclonopedia e Intelligence and spirit è quella di liberare il pensiero occidentale dalle pastoie dell’antropocentrismo sviluppando un programma filosofico che si alimenta di riferimenti alla letteratura horror come quella di Lovecraft, alla demonologia e a Nietzsche, dando vita a quella corrente che va sotto il nome di theory fiction. Si tratta di un ibrido che combina finzione narrativa e riflessione teorica. “È un’attitudine che appare al termine di un processo per cui, di fronte al caos inesplicabile del mondo moderno, la teoria perde qualsiasi capacità di spiegazione e la sua forma canonica si perde, si spezza e reagisce deformandosi o colando attraverso altri generi di scrittura“, così definisce la theory fiction Flavio Pintarelli in un interessante articolo apparso su NOT.
ARTE E FILOSOFIA SECONDO NEGARESTANI
Per Negarestani, quindi, la filosofia contemporanea si dibatte in uno scontro serrato tra umanisti e antiumanisti che ricadono entrambi nell’errore di mettere al centro delle proprie riflessioni l’uomo e il suo razionalismo. Questo confronto creerebbe per il filosofo iraniano una confusione, un irrigidimento di tipo ideologico che non permette alla filosofia di esplorare nuovi territori del pensiero nel tentativo di rivedere e ribaltare una visione antropocentrica del mondo. Negarestani definisce la ragione come una funzione che non appartiene solo all’umano, ma che agisce anche in forme di intelligenza diverse dalla nostra. L’inumanismo di Reza Negarestani è un processo filosofico che non demonizza l’umano, ma si pone come il prodotto di un tenace e ragionato attraversamento dell’umanismo, un costante impegno nella rinegoziazione dei suoi limiti e dei suoi vincoli.
JEAN-LUC MOULÈNE SECONDO NEGARESTANI
Tortura concreta rappresenta, pur nella sua forma stringata, un tassello importante per la comprensione del pensiero di Negarestani e soprattutto offre interessanti spunti sull’arte. In particolare è la scelta dell’opera di Jean-Luc Moulène (Reims, 1955) ad attivare una prospettiva originale. L’artista francese, ci avverte l’autore, “pratica l’astrazione sulla scia di una tradizione ormai dimenticata, in cui tale procedura si è evoluta come una forza in grado di lacerare la materia e imprimere a ciò che è inerte uno slancio noetico in grado di definire la traiettoria del pensiero e dell’immaginazione“. Seguendo una spinta fenomenologica legata al traffico continuo con le cose, con le materie e alle differenti esperienze di manipolazione, è possibile dare forma a una pluralità di azioni che danno all’opera lo statuto di dispositivo astratto di percezione e immaginazione. In questo campo allargato, l’azione del pensare e del modellare possono naturalmente coesistere e sovrapporsi nella concretezza dell’esperienza vissuta e del risultato. L’astrazione ha questa potenza unificante e deflagrante allo stesso tempo. Individuale e universale, locale e globale si connettono in un ibrido sfrangiato di esperienze e manipolazioni della materia. “L’opera di Moulène resiste all’idea di un progetto artistico inteso come opera totale… Riattivando l’astrazione come vettore di disgiunzione e unità di arte, filosofia e scienza, Moulène ci indica, dall’interno del dominio stesso dell’arte, il suo momento più significativo – quello dell’unità di tutte le modalità di pensiero“. L’astrazione crudele dell’artista francese non è quindi semplicemente una tecnica o uno stile, ma un modo di essere in costante evoluzione e relazione con la materia che ne cattura le tensioni e le forme offrendo sempre nuove traiettorie di pensiero e azione. “Per Moulène, il compito dell’arte è da riscoprire non in una presunta autonomia, ma nella singolare capacità di riorganizzare e destabilizzare i rapporti di configurazione tra i parametri del pensiero, quelli dell’immaginazione e i vincoli materiali“. Arte e filosofia si configurano, quindi, come momenti di una incessante sperimentazione, come se fossero campi coagulanti di reimpaginazione del pensiero sul mondo. L’invito finale di Reza Negarestani è quello di trasformare l’arte in un sistema del conflitto e della tensione capace di generare relazioni e tecniche che connettono il pensiero e l’azione. Un’ossessione continua, una tortura concreta, questo è l’arte astratta.
Di Marco Petroni – fonte: artribune.com/