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Arriva la bozza della delega per la riforma del fisco. C’è anche la revisione del catasto

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di redazione

I risultati delle elezioni amministrative tengono banco nella politica italiana. Tutti hanno un motivo, uno spunto per dirsi, se non vincitori, soddisfatti, tranne i Cinquestelle di Conte, ridimensionati e battuti in tutte le città in cui si è votato. I toni della più accesa propaganda si trascineranno fino al momento dei ballottaggi a Roma e Torino, le due grandi città dove centrodestra e centrosinistra si sfideranno all’ultimo voto tra due settimane. Poi l’attenzione comincerà a concentrarsi sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

In realtà il governo Draghi non ha niente da temere per l’esito della tornata di elezioni amministrative. Qualche preoccupazione, invece, potrà venire dalla scelta del nuovo inquilino del Quirinale. Giorgia Meloni, infatti, è stata esplicita nello “sfidare” il PD e il centrosinistra (ma forse, un po’, anche l’alleato Salvini) a eleggere, tutti insieme, Mario Draghi quale successore di Sergio Mattarella, a patto di andare subito dopo, nella primavera alle elezioni politiche anticipate. Posizione che ci appare piuttosto debole: se Mario Draghi è così bravo da porsi come candidato naturale per la salita al Colle, volere che venga liquidata prematuramente la sua esperienza alla guida del governo, sia pure per una così prestigiosa promozione, significa anteporre gli interessi di partito a quelli del Paese.

Il Paese, intanto, quello reale, non segue e non apprezza i bizantinismi e le contraddizioni di una politica contraddittoria e impotente, e lo ha detto chiaramente attraverso l’astensione in massa dal voto amministrativo.

Il mondo produttivo e le famiglie italiane, guardano piuttosto alla soluzione dei problemi concreti dell’economia e dello sviluppo, come le riforme che devono precedere e accompagnare l’erogazione dei fondi del Recovery fund e l’attuazione del Pnrr, a partire da quella del fisco,

Il testo della legge delega sulla riforma fiscale è finalmente approdato sul tavolo del Consiglio dei ministri. La bozza si compone di dieci articoli, il primo dei quali descrive gli obiettivi di fondo della riforma: “stimolare la crescita economica attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall’impiego dei fattori di produzione”.

I punti di forza principali della riforma vengono indicati nella riforma di Irpef e Irap, nella revisione del catasto e nella razionalizzazione dell’Iva. Sono obiettivi dichiarati l’eliminazione dei micro-tributi, la salvaguardia della progressività del sistema tributario, la riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Il testo del disegno di legge delega approdato in CdM prevede il riordino delle detrazioni e delle deduzioni, strumenti di mappatura degli immobili più moderni e una più generale revisione del catasto.

Sulla tanto controversa revisione degli estimi catastali, si legge nella bozza che il Parlamento dovrà delegare il Governo ad apportare “una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati”. Si tratta, in pratica, di mettere a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle entrate gli strumenti più adatti per rendere più semplice e più veloce l’individuazione e, nel caso, classamento corretto degli immobili non ancora censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita; i terreni edificabili accatastati come agricoli; gli immobili abusivi, scegliendo per raggiungere queste finalità gli incentivi più efficaci, i migliori strumenti di trasparenza e la valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni.

Si tratta inoltre di prevedere strumenti e moduli organizzativi per facilitare la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici comunali e la coerenza di tali dati ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.

La delega fiscale prevede anche la revisione della aliquote Iva ed enuncia l’intento di ridurre, in modo progressivo, la media delle aliquote Irpef.

L’addizionale Irpef comunale e regionale sarà sostituita da una “sovraimposta” la quale, comunque, dovrà assicurare agli enti territoriali lo stesso gettito. Per le Regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari, la bozza prevede “un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmente ricavato dall’applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all’Irpef maggiorate nella misura obbligatoria”.