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Architettura: “Città la bellezza smarrita”, tour di Abitacolo

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Parte da Roma il tour “Città la bellezza smarrita” promosso dall’Istituto Internazionale di ricerca e dalla Rivista Abitacolo su iniziativa dell’Archivio Fernando Miglietta. Un convegno Città Domani e la presentazione del numero speciale di abitacolo forme e linguaggi del contemporaneo, dedicata al tema “Città la bellezza smarrita”, apriranno a Roma il 10 luglio alle ore 18,30 alla sala Gangemi in via Giulia 142, gli eventi in programma nel 2024 a cui seguirà in autunno la mostra itinerante con Opere e Pensieri realizzati per l’occasione dai maggiori protagonisti dell’arte, dell’architettura e della cultura.
Ad introdurre l’incontro ‘Città Domani‘ l’architetto Fernando Miglietta, Direttore dell’Istituto di ricerca e della rivista Abitacolo, a cui seguiranno gli interventi di Miguel Gotor, storico, Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Lorenza Baroncelli, architetto, Direttrice del Dipartimento Architettura del MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo; Giacomo Marramao, filosofo, Professore emerito all’Università degli Studi di Roma Tre, Franco Purini, architetto e teorico, professore emerito alla Università Sapienza di Roma, Luca Ribichini, architetto, docente alla Università di Roma Sapienza.
Il convegno dedicato a Paolo Portoghesi, storico, progettista e teorico, compagno di viaggio e collaboratore assiduo di abitacolo, è l’occasione per un confronto sul futuro della città: “Occorre proteggere la città, il suo impianto storico, la sua interna dialettica a rinnovarsi, proteggerla in sintonia con la bellezza del creato”, così Paolo Portoghesi alcuni giorni prima della sua scomparsa, all’amico Fernando Miglietta. Un tema rilanciato ora da artisti, architetti, urbanisti e teorici con saggi e disegni creativi proprio nel numero speciale ‘Città la bellezza smarrita’, la rivista di arte, architettura e ambiente, diretta da Fernando Miglietta e Anna Maria Terremoto, divenuta sempre più luogo privilegiato di incontro teorico e creativo della pluralità dei linguaggi e delle culture che agitano la contemporaneità e la globalità. Tanti modi diversi di guardare alle molteplici forme della città, alla sua bellezza smarrita, “alla delirante metamorfosi segnata dalla sua indicibile dismisura che ci rende sempre più spaesati e fuori luogo, – si evidenzia nell’editoriale -al desiderio di rilanciare una città da amare, umana e creativa, carica di memoria e visioni“. (AGI)