Alla fine anche il presidente russo Vladimir Putin ha dovuto cedere al nuovo coronavirus. Nel giorno in cui è stato registrato il maggior incremento di casi di contagio in 24 ore (163), con un raro messaggio televisivo alla nazione, il leader del Cremlino ha ammesso che la Russia “non può isolarsi e impedire che il virus penetri il suo territorio” e ha annunciato il posticipo, a data da definirsi, del referendum sulla riforma costituzionale, a lui particolarmente caro. Le modifiche proposte dal presidente e approvate dal Parlamento e dalla Corte costituzionale, prevedono tra le altre cose l’azzeramento del numero dei mandati di Putin, permettendogli potenzialmente di rimanere al Cremlino altri 16 anni.
Parlando dalla residenza di Novo Ogarevo, senza dichiarare lo stato d’emergenza né pronunciare parole come quarantena, restrizioni alla mobilità o isolamento sociale, il presidente ha invitato i russi a comportarsi con “responsabilità” e a rimanere a casa perché “è la cosa più sicura”; ha proposto misure di sostegno a business e famiglie, di cui ora si dovrà occuparsi in concreto il governo. In una mossa giudicata da alcuni come “semplice populismo”, il leader del Cremlino ha tirato in ballo oligarchi e benestanti nella lotta alla crisi da coronavirus, incaricando l’esecutivo di aumentare fino al 15% l’aliquota fiscale sui capitali russi depositati in conti esteri e offshore e introdurre una tassa del 13% sui redditi derivati da depositi bancari e titoli azionari.
Nel tentativo di rallentare la diffusione del virus, il presidente ha dichiarato una settimana festiva (dal 28 marzo al 5 aprile) per tutti i lavoratori dei settori non essenziali: tutti a casa ma con la garanzia dello stipendio pagato. Non chiuderanno i battenti i centri commerciali e i parchi e assicureranno il servizio sia le banche, che le farmacie. I russi, preoccupati da quanto succede in Europa, si aspettavano misure più stringenti. Probabilmente, il Cremlino lascerà la decisione di varare misure di isolamento sociale alle amministrazioni regionali.
A Mosca, dove per ora si concernano la maggior parte (410) dei 658 casi di contagio registrati, il Comune ha già chiuso scuole, palestre, cinema e teatri, ha imposto il divieto di assembramenti pubblici e chiesto agli over 65 e ai pazienti di malattie croniche di non uscire; rimangono, però, aperti bar e ristoranti e parchi.
Proprio il sindaco della capitale, ieri, aveva ammesso che non si ha un quadro chiaro della dimensione del contagio nel Paese per via del basso numero di test effettuati, mentre Denis Protsenko, il primario del Kommunarka – l’ospedale fuori Mosca in prima linea nella lotta al Covid-19 – incontrando Putin ha avvertito che la Russia deve “prepararsi a uno scenario italiano”.
Vedi: Anche Putin ora ammette i rischi della pandemia e rinvia il referendum
Fonte: estero agi