Zingaretti esclude patti con Conte e dà appuntamento a dopo le Regionali


AGI – Attorno a Zingaretti si affastellano scenari post elettorali, si preconizza ora la fine ora il rafforzamento del governo, la messa in discussione della sua leadership. Dal Nazareno, invece, il messaggio è uno solo: “Fino al 22 settembre si corre e basta”. Nessun patto segreto, nessuna strategia per il post elezioni: “ogni valutazione verrà fatta a urne chiuse e riguarderà ogni aspetto” legato al risultato delle regionali”, viene aggiunto. 

Chiacchiere di Palazzo

Il segretario del Partito Democratico, viene spiegato, ha i piedi ben piantati a terra ed evita più che mai di farsi coinvolgere in quelle che considera chiacchiere di palazzo. L’ultima, dopo quella che parlava di un suo prossimo ingresso nell’esecutivo, lo vuole al tavolo con Giuseppe Conte a stipulare un accordo per non cambiare nulla nel governo e andare avanti anche in caso di sconfitta alle regionali.

Partita aperta

Una notizia “falsa, completamente destituita di fondamento”, viene fatto notare dal Pd. Poi, è lo stesso Zingaretti a rimarcare che “con Conte ho ottimo rapporto, ma totalmente è falso che si sia fatto un patto”. La verità, osservano fonti parlamentari vicine al segretario, è che ad oggi la partita è aperta, nonostante quello che dicono i sondaggi. Sul tavolo di Zingaretti ne arrivano di ogni tipo.

I sondaggi

“Ricordiamo tutti che in Emilia-Romagna davano il Pd sull’orlo del baratro e Zingaretti si doveva dimettere. Poi ha vinto Bonaccini. In Toscana danno un testa a testa”, si spiega, “ma a noi risulta che la forbice tra il nostro candidato e quello della destra è la stessa da mesi e che, anzi, Ceccardi ha perso mezzo punto nelle ultime settimane”. Una corsa che si gioca su pochi punti percentuali e per la quale saranno determinanti anche le ultime ore di campagna elettorale.

Valutazione generale

Zingaretti lo sa e infittisce il suo impegno: una intervista televisiva in mattinata, poi il segretario sarà a Genova e La Spezia per giocarsi il tutto per tutto in una delle regioni più complicate per il Pd.  Ogni valutazione è rimandata quindi a martedì e, in ogni caso, riguarderà il risultato complessivo. “Io credo che si voti per le elezioni regionali, si apriranno delle valutazioni perché è normale in democrazia”, spiega il segretario. Una valutazione che riguarderà tutto, viene spiegato in ambienti dem, compreso l’impatto delle mancate alleanze con Cinque Stelle e Italia Viva.

L’appello a unire gli elettori

Un “vero peccato” ripete Zingaretti ogni volta che si trova a toccare l’argomento, consapevole di trovarsi da solo – come Partito Democratico – a fronteggiare una coalizione di destra compatta e agguerrita, che ha fatto tesoro degli errori dle passato. Ne è una dimostrazione la campagna misurata della leghista Susanna Ceccardi in Toscana, così lontana da quella di Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna. Di qui l’appello di Zingaretti per “unire gli elettorati e garantire il buon governo”. Nonostante questo, il segretario si dice “molto ottimista, credo che i toscani difenderanno questo modello” di governo, “sono tutte partite apertissime”.

L’assist di Guerini

Una sicurezza che nasce anche da alcuni segnali positivi arrivati dal partito che sembrano confermare la fiducia nei suoi confronti: prima il voto in direzione sulla linea politica e il referendum, poi diversi ‘assist’ di esponenti di piano alla sua leadership. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello del ministro della Difesa e leader di Base Riformista, Lorenzo Guerini: “Non c’è alcuna discussione sulla leadership. Il segretario ha la nostra piena lealtà, il lavoro che stiamo portando avanti anche come Base Riformista ne è la testimonianza”. 

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Fonte: politica agi