Xi in Europa per rilanciare la sfida agli Usa


Missione europea per Xi Jinping: il presidente cinese ha lasciato Pechino diretto in Francia, per poi proseguire poi in Serbia e Ungheria. Xi è decollato dall’aeroporto della capitale cinese accompagnato dalla moglie Peng Liyuan, dal ministro degli Esteri Wang Yi e da alti funzionari del Partito Comunista Cinese (PCC) e del Ministero degli Esteri. Le visite, su invito dei rispettivi leader di ciascun Paese, rientrano nell’obiettivo di rafforzare le relazioni bilaterali e promuovere la cooperazione in diversi ambiti.
In Francia, secondo le informazioni ufficiali, Xi incontrera’ il presidente Emmanuel Macron per discutere temi che vanno dall’economia, al commercio e al cambiamento climatico. Sarà il primo ministro francese Gabriel Attal ad accogliere Xi all’aeroporto di Parigi Orly. La visita coincide con 60 anni di relazioni diplomatiche tra Cina e Francia. Domani il presidente cinese incontrerà Macron e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Nel corso dell’incontro, che si svolgerà all’Eliseo, il trio affronterà i numerosi disaccordi commerciali. Negli ultimi mesi l’Unione Europea ha moltiplicato le indagini sui sussidi statali cinesi in settori come quello delle auto elettriche, accusati di essere anticoncorrenziali. In Serbia e Ungheria incontrera’ rispettivamente il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il primo ministro magiaro, Viktor Orban, per parlare di investimenti e infrastrutture.
Il tour di Xi, il primo in Europa in quasi cinque anni, nei quali la pandemia di Covid-19 che ha chiuso i confini del Paese asiatico, si svolge in un contesto di crescente tensione tra Cina e Occidente, in particolare su diritti umani e relazioni commerciali. Nonostante i media ufficiali cinesi non menzionino nulla su questi temi, le questioni politiche internazionali, come i conflitti in Ucraina e Gaza, oltre alla posizione degli Stati Uniti al riguardo e alla situazione a Taiwan, saranno inevitabilmente affrontati nei colloqui. Punto chiave dei colloqui sara’ anche la guerra in Ucraina: Pechino conferma la solidita’ del suo rapporto con Mosca, afferma di essere ufficialmente neutrale nel conflitto e ricorda di non aver mai condannato l’invasione russa. A testimonianza del legame tra Mosca e Pechino, il presidente russo Vladimir Putin si rechera’ in Cina a maggio.
Il faccia a faccia con Macron sara’ certamente il momento piu’ rilevante della visita europea di Xi: la Francia quest’anno festeggia sessant’anni di relazioni diplomatiche con Pechino e l’Eliseo ha fatto sapere che “essendo la Cina uno dei principali partner della Russia”, Macron vuole “esortarla a sfruttare l’influenza che ha su Mosca per modificare i calcoli della Russia e contribuire a una soluzione del conflitto”. Durante una visita in Cina l’anno scorso, Macron aveva invitato Xi a “riportare la Russia alla ragione”. I successi diplomatici francesi ottenuti da Parigi non sono stati clamorosi, ma alcuni giorni dopo l’incontro con Macron il presidente cinese aveva chiamato per la prima volta dall’inizio del conflitto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Il tour di Xi servira’ anche per esprimere il malcontento di Pechino per le indagini aperte dalla Ue contro le pratiche commerciali della Cina. Il dialogo tra Pechino e l’Europa e’ messo a dura prova dalle indagini europee sulle pratiche commerciali cinesi in settori come quello automobilistico, ferroviario, dell’energia solare ed eolica o dei dispositivi medici, cosi’ come dalla risposta piccata della Cina. Pechino ha accusato l’Europa di “protezionismo” e Xi certamente mettera’ la questione sul tavolo di Macron e di von der Leyen. La Cina considera Parigi responsabile delle indagini sui sussidi per i veicoli elettrici cinesi e ha minacciato ritorsioni commerciali che prenderebbero di mira soprattutto esportazioni francesi di alcolici, a cominciare dal cognac.
Xi trascorrera’ due giorni in Francia, lunedi’ e martedi’, mentre il resto del tour si preannuncia piu’ agevole per il presidente cinese che sara’ da mercoledi’ a venerdi’ in Ungheria e Serbia, due paesi che hanno buoni rapporti con Pechino e Mosca. Agli osservatori non sfugge che la visita nella capitale serba arriva proprio il 7 maggio, 25 esimo anniversario dell’attacco (con munizioni guidate Usa) all’ambasciata cinese di Belgrado nel 1999, durante la campagna della Nato per il Kosovo. Un altro dettaglio di agenda che rimarca la posizione cinese antagonista rispetto a quella degli Stati Uniti. (AGI)

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