Waters contro la strage di Gaza «Imparate da Bertrand Russell»


L’ex Pink Floyd si è schierato con il popolo palestinese oppresso, attirandosi i soliti insoliti: “Sei antisemita!” Gli urlano. Ma lui, figlio di un militare antifascista, se ne fa un baffo. E cita il padre del pacifismo mondiale

Graziella Balestrieri

Questi tempi così pieni di tragedie e rabbia mi portano a vivere un conflitto con me stessa. È un duro lavoro raccontare da artista una storia come quella che stiamo vivendo
“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla” (Martin Luther King)
Schierarsi e prendere una posizione per un artista di fama mondiale, ha molto a che fare con l’avere senso civile, coraggio e con il sapere di essere artisticamente liberi, il non avere niente da perdere e il non dover stare a pensare alle dinamiche commerciali. Così se in Italia può sembrare quasi un paradosso e addirittura creare un caso politico quando un artista si schiera o prende posizione su un palco come quello di Sanremo e si inizia a parlare di censura, nel mondo in realtà le voci che si sono schierate per il cessate il fuoco, e non per Hamas, (ribadiamo: per il cessate il fuoco), arrivano da più palchi e da più microfoni.
Il primo che da sempre non ha mai avuto peli sulla lingua, padroni a cui lucidare le scarpe o uno che abbia bisogno per andare avanti di stare sempre dalla parte del più forte è sicuramente Roger Waters. Non pensiamo di dovervi presentare Roger Waters. Ad alcuni potrebbe non stare molto simpatico, ma nella realtà non è la simpatia verso qualcuno che riesce a cambiare la storia del mondo o ad influenzarla e se in tanti risultassimo antipatici come Roger Waters, forse questo mondo farebbe meno schifo. Non le hai mai mandate a dire e da anni ormai è considerato quasi il nemico numero uno per Israele. Accusato di antisemitismo, come quasi a volergli anche rinnegare la storia della sua famiglia: il padre, il sottotenente Andy Fletcher Waters, morì ad Aprilia, durante la Seconda guerra mondiale, combattendo contro i nazifascisti. Una storia che in molti tendono a volergli scippare via ma di cui Roger Waters ha talmente pieno il suo cervello e la sua anima che non si è mai fatto mai fatto scalfire. Perché può farlo, certo, però ci devi anche arrivare a poterlo fare. La sua storia musicale, sia quella con i Pink Floyd che da solista ha sempre e sottolineiamo sempre cantato, preso e avuto una posizione, mai conciliante verso il dio denaro e men che meno con i potenti di turno. Da sempre, non per ultimo ha preso posizione ed ha partecipato anche al documentario C’era una volta in Italia-Giacarta sta arrivando, sullo stato in cui grava ed in cui è ridotta la sanità pubblica nel mondo, ed è stato testimonial in un certo senso della battaglia per la riapertura dell’ospedale di Cariati (in Calabria). Roger Waters da quando ha voce in capitolo sostiene la causa palestinese: ha nel 2021 invitato gli artisti a non andare a suonare lì, ma non perché ce l’avesse con il popolo israeliano ma con il suo governo, che da anni ormai ha costruito una vera e propria prigione a cielo aperto nei territori occupati di Gaza. Così lo ha fatto anche ora, lo ha fatto alla sua maniera, prendendo posizioni sensate e chiare, anche se a molti possono sembrare dure e per tanti possono sembrare posizioni di un ormai rockstar che blatera cose.
Ecco, la rockstar non blatera, la rockstar cerca di aprire un varco nel cervello dei suoi fan, di chi lo segue, cerca di fare il suo mestiere, perché quello di Roger Waters non è mai stato solo quello di fare canzoni e basta. Roger Waters ha sempre cercato di indirizzare e di aiutare i suoi fan e il suo pubblico ad avere una coscienza civile, prendendosi anche gli insulti dai suoi stessi fan, ma andando avanti lo stesso perché non si può e non si deve in nessun modo avere paura di gridare al fatto che più di 30 mila morti in quattro mesi, di cui più di 10.000 sono bambini, è un genocidio che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di voler fermare. Nessuno nega l’orrore del 7 ottobre 2023, non lo nega Roger Waters sicuramente, però in tanti negano quello che la popolazione palestinese da anni e anni subisce. E allora Roger prende posizione, si schiera a favore della Palestina, sta con la gente che muore, sta con una popolazione che da anni respira macerie, e non ha nessuna idea di cosa possa essere il futuro. Roger Waters si schiera e prende posizione senza avere paura, con i bambini, quelli morti e quelli che, se riusciranno a sopravvivere, avranno nei loro occhi solo un senso di vendetta. E fa capire quanto questo genocidio sia fuori da ogni logica umana, attraverso le parole del filosofo, matematico, saggista inglese e attivista Bertrand Russell, il padre del pacifismo relativo, che si è sempre schierato, che nel 1961 fu processato e condannato a due mesi di carcere, durante una manifestazione a Londra contro le armi nucleari. Aveva 89 anni e rifiutò la libertà condizionale che gli era stata proposta se fuori “si fosse comportato bene”. Waters lo ha ricordato su Instagram il 7 Febbraio e trovate ancora il link per poter leggere il messaggio che il filosofo e attivista aveva cercato di far arrivare al mondo due giorni prima che morisse, e stiamo parlando del 1970, quindi pensate un po’ quanto sia “attuale” questo conflitto. Così è accaduto che tanto si è schierato ed ha preso posizione che ha dato della “merda” (senza esclusione di colpi) a Bono degli U2, che durante uno dei suoi concerti ha cambiato le parole di Sunday Bloody Sunday inneggiando al coraggio di Israele e degli israeliani e non facendo cenno ai morti palestinesi ma solo a quanto avvenuto il 7 ottobre. Ma non è solo Roger Waters a schierarsi e a prendere posizione: lo ha fatto anche Eric Clapton, schieramento e presa di posizione quasi insospettabile per i molti. Si è schierato apertamente a favore della popolazione palestinese, dei bambini, che sono una priorità per il mondo, sono il futuro. E Clapton lo ha fatto mostrando dapprima un video dal titolo Voice of a child, video nel quale si mostravano i bambini di Gaza tra le macerie, la disperazione e i corpi ricoperti di sangue, e le manifestazioni in tutto il mondo che chiedevano e chiedono di fermare questo genocidio. Non solo un video, ma l’otto dicembre, insieme al figlio di George Harrison, Dani, ha registrato un concerto live in favore di Gaza, mostrandosi sul palco con la sua preziosissima chitarra dipinta dei colori della bandiera palestinese. Registrazione che molto probabilmente diventerà un album e i proventi saranno devoluti ai bambini di Gaza. E anche qui una serie di insulti che gli ricordano che frequenta no vax, che è un ex drogato, un ex alcolizzato e che ora è passato dalla parte dei palestinesi perché è un anziano chitarrista che non ha cervello…etc etc. Questo è il mondo della musica che non piace ai potenti; Roger Waters non è mai piaciuto a questa gente che preme i bottoni dalla stanza del comando, perché le sue posizioni non hanno un prezzo, nonostante il pensiero dominante vada da un’altra parte. Si è preso qualunque forma di insulto, dal nazista al filo putiano al filoterrorista, quando basterebbe sentire e leggere il suo intervento alle Nazioni Unite per capire. Leggere, informarsi e capire, basterebbe questo per avere una posizione, e nonostante gli insulti e tutto il resto, è fondamentale che Waters, Clapton e tanti altri si schierino non a favore di Hamas, come viene sempre sottolineato, ma a favore dei bambini, che sono il futuro: senza di loro non c’è più niente.

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