Vizzini, tendopoli per quarantena immigrati: intervista al vicesindaco Giovanni Amore


Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


Non si fermano le polemiche sulla decisione del governo di allestire una tendopoli per ospitare gli immigrati in quarantena negli spazi dell’ex deposito dell’aeronautica Militare di Vizzini, piccolo comune della provincia di Catania. La redazione del Quotidiano dei Contribuenti ha intervistato Giovanni Amore, vicesindaco della cittadina siciliana:

“Tutto nasce venerdì scorso, con una telefonata del Prefetto che informava il sindaco dell’arrivo di una colonna di camion della Croce Rossa per allestire il campo. Una notizia caduta come una tegola sulle nostre teste, perché non avevamo alcun sentore di una simile decisione. L’attendamento ha sconvolto i progetti riguardanti l’area in questione che, proprio lo scorso 30 giugno, era entrata a far parte del novero delle Zes. Tuttavia questo è solo l’ultimo di una serie di progetti riguardanti contrada Salònia, molti dei quali già avallati dalla Regione. Una zona, quella in questione, a forte vocazione commerciale e turistica. C’è un resort a 5 stelle, il Castello Camemi, ci sono vari ristoranti e diverse aziende agricole d’eccellenza, come quella del signor Grasso, che si occupa di turismo esperienziale e che riceve visitatori da tutte le parti del mondo, c’è l’azienda Gilistro che si occupa di lavorazione del marmo. Qual è la situazione attuale? I lavori di allestimento vanno avanti, nonostante i nostri rilievi e la nostra opposizione. Il Prefetto ci ha rassicurato, affermando che la tendopoli verrà utilizzata soltanto nel caso in cui, le due navi adibite per la quarantena, saranno piene. Però, conoscendo la serietà del problema immigrazione, rimasto irrisolto da anni nonostante i tentativi della politica italiana ed europea, il rischio che il campo venga adoperato c’è.

“Siamo rammaricati perché non c’è stato un ascolto di chi è portatore di interessi, delle istituzioni locali che conoscono determinate realtà. È stata una decisione calata dall’alto, senza ascoltare… Certo, quella è un’area che appartiene al Ministero della Difesa, però tra istituzioni ci si parla. Capiamo che noi siamo l’ultima ruota del carro, però è troppo facile per lo Stato scaricare tutto su di noi, che dobbiamo poi interfacciarci con la gente. In questo, forse, era d’obbligo cercare un confronto… Anche solo per non dissociarsi da certi progetti, che proprio questo governo ha avallato. Sembra quasi che non ci sia comunicazione tra i Ministeri

“Abbiamo avuto rassicurazioni dalla Croce Rossa Italiana, che si occuperà della gestione del campo… Però queste rassicurazioni non bastano, perché ci sono tante perplessità. Ad esempio ci chiediamo dove vivranno e come si muoveranno gli operatori sanitari. La CRI ci ha detto che ancora non lo sa, verrà emesso un bando per la ricerca di personale nel territorio limitrofo, non solo di Vizzini, perché ovviamente i profili scelti dovranno soddisfare determinati requisiti”.

C’è il timore che diventi un nuovo Cara di Mineo? Per quanto riguarda la durata si parla di temporaneità… Un concetto, questo, che in Italia spaventa. Tutto parte come temporaneo e poi diventa, praticamente, definitivo. Non conosciamo ancora i tempi di chiusura, secondo una nota dei deputati del Movimento 5 Stelle, che hanno incontrato il Minsitro Lamorgese, il termine ultimo dovrebbe essere il 15 ottobre. Una notizia della quale, però, non abbiamo ancora avuto conferma… Mi auguro che questa data sia reale. Com’è evidente la bella stagione agevola gli sbarchi, ci troviamo a 70 chilometri dalla Tunisia e quindi non è per nulla difficile arrivare sulle nostre coste. So che una nave quarantena è già in funzione e che è stato preparato il bando per individuarne un’altra, ci aspettiamo che quel campo non venga mai utilizzato. Tuttavia il fatto che la macchina organizzativa sia partita non gioca a favore di ristoratori ed operatori commerciali, già fortemente danneggiati dal Covid e dalla chiusura dell’attività negli scorsi mesi”.