“Il vino dealcolato è una richiesta crescente in alcune parti del mondo. Tuttavia, come Coldiretti, abbiamo sempre sottolineato che non ci piace definirlo vino, perché si tratta di un prodotto completamente diverso rispetto a uno con millenni di storia e tradizione”. L’ha affermatoil presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, a proposito della questione del vino dealcolato e alle politiche europee per il settore vitivinicolo, a margine dell’assemblea Insieme per l’ascolto, organizzata a Cagliari da Coldiretti. “Detto questo, il regolamento è ormai in vigore e il nostro obiettivo – ha puntualizzato il leader nazionale di Coldiretti – è fare chiarezza per cittadini e consumatori, evitando distorsioni. Dobbiamo scongiurare il rischio che questi nuovi prodotti finiscano per demonizzare quelli tradizionali, mettendo in difficoltà Paesi come l’Italia e la Francia, che avrebbero le maggiori perdite in questo contesto. Abbiamo lavorato con grande attenzione sulle etichettature, interloquendo con l’Europa. Ci auguriamo che la diplomazia e il dialogo possano portare risposte significative anche per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti. Il mercato americano è infatti il secondo per importanza nelle esportazioni dell’agroalimentare italiano, con un valore complessivo di 8 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi solo per il settore vitivinicolo. Per quanto cercheremo di aprire nuovi mercati, serviranno comunque anni prima di raggiungere un valore simile”. (AGI)
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