Seconda edizione di Berebianco, la manifestazione dedicata al mondo dei vini bianchi italiani importanti, quelli che amano riposare in bottiglia a lungo per proporsi particolarmente invitanti. Il 25 maggio prossimo, al The Westin Excelsior Hotel in via Veneto, 65 cantine e 150 etichette saranno protagoniste di un percorso di degustazioni tra le più interessanti realtà bianchiste italiane provenienti da 13 regioni del Paese. Un settore, quello dei vini bianchi, in cui l’Italia gode di una tavolozza di nobili espressioni che vanno dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, per interpretazioni profondamente diverse ed estremamente identitarie, grazie a un’interazione tra territorio, vitigno e uomo senza condizionamenti. Tanti i vini eccellenti proposti sul mercato, molti hanno costruito un grande successo commerciale, ma il riconoscimento nazionale e internazionale di un movimento non è mai arrivato e l’immagine del vino bianco italiano è stereotipata nel modello del vino semplice, profumato, agile, da cominciare a consumare già prima dell’inizio della primavera successiva alla vendemmia. Prende invece sempre più spazio una produzione di vini bianchi che necessitano di tempo per esprimersi al meglio e che conservano per anni caratteristiche di complessità e piacevolezza, sono i vini di Berebianco che, salvo pochi casi, fanno fatica a raggiungere sui mercati internazionali il posizionamento che loro compete. “I dati delle esportazioni sono spietati da questo punto di vista – racconta Francesco D’Agostino, direttore di Cucina & Vini –. Da un lato la differenza di esportazioni in volume tra Rossi e Bianchi tende a ridursi con i primi mediamente tra sei e sette milioni di ettolitri (inclusi i vini rosati) e gli altri intorno a sei (6,70 milioni i Rossi e 5,94 i Bianchi, dati Istat 2023); dall’altro il prezzo medio al litro spuntato dai Bianchi nel 2023 all’export è stato di 2,82 euro contro 4,58 per i Rossi, entrambi in discesa rispetto al 2022, più decisa per i Bianchi con -3,75% rispetto ai Rossi a -0,87%. L’andamento del prezzo medio di esportazione su dodici anni dimostra la differenza tra le due tipologie; considerando che nei dati dei Rossi sono inclusi i Rosati, i cui prezzi all’export sono decisamente più bassi, la differenza è ancora maggiore. Per sostenere i grandi bianchi nella loro progressione verso il giusto posizionamento nel mercato globale pensiamo sia necessario partire da quello domestico, portando questa affascinante famiglia al pubblico in una grande degustazione libera. Non solo, dando anche la possibilità di assaggiare coinvolgenti vecchie annate durante delle esclusive masterclass alla presenza dei produttori”.
Ospite d’eccezione di Berebianco 2024 sarà il Consorzio Tutela del Gavi con oltre venti etichette diverse nella degustazione libera e con una masterclass dedicata alla capacità di invecchiamento della Docg piemontese con una verticale su oltre dieci anni. “Presto Berebianco godrà di un particolare supporto editoriale da parte della redazione di Cucina & Vini per rendere più efficace la comunicazione anche a livello internazionale, convinti che il format possa diventare di riferimento per il mondo produttivo e per quello dei winelover”, conclude D’Agostino.(AGI)