Rischia di scomparire la vernaccia, vitigno autoctono caratteristico del comparto vinicolo dell’Oristanese. Un tempo i bar della Sardegna richiedevano fra i 300 ai 500 litri di vernaccia in media a settimana, ma ora la domanda si è ridotta ai minimi termini. I produttori si sono orientati su varietà più resistenti e remunerative. Dai 1.500 ettari lavorati a vernaccia fra gli anni ’60 e ’80 del Novecento si è passati ai 435 del 2002. Nel 2021 gli ettari totali dichiarati tra produzioni Doc e Igt erano solo 67, secondo dati dell’agenzia regionale Laore. Per offrire una nuova prospettiva a questo vino, nel 2021 è nato il progetto ‘Kusidura’, un blend con alcuni rossi della Sardegna. I risultati sono stati presentati stamane nella Cittadella universitaria di Monserrato (Cagliari) dall’azienda Silvio Carta di Baratili San Pietro (capofila), università di Cagliari, impresa agricola Mario Perra e LM Consulting di Sassari. Il progetto è finanziato con fondi del Piano di sviluppo regionale 2014-2020.
‘Kusidura’ è un blend vinificato con vernaccia giovane e un’altra strutturata, con 20 anni d’invecchiamento in botti di castagno, tagliate con rossi come cannonau, carignano e cagnulari, dal sentore di mandorla amara. I primi test sono promettenti.
“Sono state investigate le caratteristiche chimiche, microbiologiche e organolettiche delle uve e dei vini vernaccia per ottenere il migliore blend coi rossi che portassero a un prodotto unico di elevata qualità”, spiega Alberto Angioni, docente di Chimica degli alimenti al dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’università di Cagliari, responsabile del progetto di ricerca. “Gli studi hanno permesso di evidenziare le caratteristiche di salubrità e le aromaticità peculiari e uniche del vino ‘Kusidura’”. “I nuovi mercati prediligono vini freschi e leggeri”, evidenzia Severino Zara, docente di Microbiologia Agraria. “L’invecchiamento in un legno neutro come il castagno provoca un’importante evaporazione, aumentandone la gradazione fino a 19 gradi e mezzo e a questa si aggiunge l’ossidazione biologica. Già che in altri temi sarebbe stato un pregio ulteriore, oggi ai fini del consumo può essere un ulteriore ostacolo. Oltretutto la vernaccia è tanto resistente come prodotto finito quanto delicato come vitigno”.
“Il nostro tentativo è offrire alla vernaccia una nuova collocazione”, spiega Elio Carta, ceo dell’azienda capofila, figlio del fondatore Silvio Carta, che produce oltee 80 etichette, tra vini, liquori e distillati, “proponendo il nostro blend come vino da tavola per il segmento premium. Non possiamo abbandonare la nostra storia. Dobbiamo salvare questo vitigno che magari tra venti o trent’anni, se non prima, potrebbe tornare e vendere in modo sorprendente”.
Secondo l’indagine di mercato affidata alla LM Consulting, che ha coinvolto esperti e consumatori, “Kusidura ha le carte in regola per trovare una giusta collocazione nel segmento di mercato Premium Price”, ha evidenziato il ceo, Antonio Lorenzoni. “Nonostante la crisi dei vini rossi tradizionali, i prodotti premium e luxury continuano a crescere, ma occorre investire in comunicazione e in storytelling, perché raccontare il territorio, la sua storia, la sua cultura attraverso il vino è un modo potente per creare valore e differenziarsi”.
La Germania è stato il primo Paese estero interessato dall’indagine di mercato. nelle prossime settimane è previsto un piccolo tour europeo. (AGI)