AGI – Comprare il pane, il latte e la frutta – beni di prima necessità che tutte le famiglie consumano normalmente – ogni giorno che passa diventa sempre più complicato. Una difficoltà dovuta all’aumento dei prezzi costante degli ultimi mesi, complice gli strascichi della pandemia da Covid-19, l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime per l’invasione russa dell’Ucraina che ha messo a rischio la stabilità alimentare globale.
Un supermercato vale l’altro, gli aumenti sono presenti ovunque, difficile trovarne uno dove si spende poco: dai grandi marchi ai discount più economici, i prezzi lievitano in ogni caso e se qualche anno fa una banconota da 50 euro poteva essere sufficiente per far mangiare più persone, adesso si fa fatica a mettere a tavola un pranzo anche per una sola.
Siamo nel quartiere romano di Ostiense, il supermarket è dei più famosi: entriamo e sulla sinistra c’è il primo scaffale, quello della pasta. C’è un’ampia scelta, ma – dopo un’attenta valutazione – optiamo per un pacco di penne rigate che, scontate di circa il 50%, costano un prezzo di 1,55 euro al chilo. L’aumento è del 6%. Proseguiamo, arrivando al banco del pane. Qui i prezzi crescono. Chiediamo un mezzo filone di pane casareccio: prezzo al chilo 2,50.
L’aumento è netto: siamo sopra il 20%. “La gente si lamenta, ma possiamo farci poco“, confida il giovane dietro al bancone. Del resto è così ovunque, il problema è generale e non si risolve cambiando supermercato.
Al banco del pesce
Il ‘giro’ prosegue e al banco del pesce la spesa si fa più significativa. Prendiamo l’orata al prezzo di 6,99 euro al chilo. E’ in offerta ed è messa al prezzo di costo.
“Io oggi non ci guadagno niente”, dice la donna, sui 40 anni, che ci spina il pesce. Solo un anno fa, la stessa orata l’avremmo pagata 5,99 con un risparmio di un euro per noi e un guadagno diverso da parte del supermercato. Non è finita. A impressionare è la crescita del costo del salmone: prezzo 26,90 euro. Il negozio lo acquista a 17,90 euro, ma lo stesso pesce, gli anni scorsi, veniva comprato a 10 euro e 90. Per la commessa l’aumento è di 10 euro. Per il cliente, anche.
L’impennata di frutta, pomodori e olio
Davanti c’è il settore frutta, puntiamo le albicocche. Ma anche qui l’aumento non è indifferente: una volta costavano 1,87 al chilo, oggi il prezzo sfiora i 3 euro. Poi ci sono i pomodori e le cipolle di Tropea, aumentate in un range ancora accettabile, mai come il latte che, nel giro di pochi mesi, è passato da un prezzo di 1,65 a 1,99 al litro. Parliamo del latte intero classico, perchè se andiamo sul bio i costi per le famiglie sono ancora più elevati, fino ai 2,19 euro al litro.
Passiamo in rassegna altri prodotti come l’olio di oliva, l’olio di semi e l’aceto: l’aumento del primo è basso, circa il 2%. Impressionante è invece la crescita del prezzo dell’olio di semi, salito del 50%: oggi il prezzo al litro è di 3,29 euro.
Il malcontento dei clienti
Non siamo soli a fare la spesa. Ci sono signore anziane che escono affannate ma anche giovani freschi di abbronzatura dopo le prime uscite in spiaggia. Le parole si confondono ma il coro è univoco: è difficile sostenere questi prezzi, anche se al supermercato bisogna andarci lo stesso e la spesa va fatta, altrimenti a tavola cosa ci metti?
“L’aumento dei prezzi è sensibile e penso sia testimoniato da tutti gli indicatori, il prezzo di acquisto dei prodotti è aumentato e il consumatore si trova a dover pagare di più”, spiega un 40enne con il carrello semivuoto. E, per il giovane cliente, sono due i problemi che hanno portato all’aumento così marcato dei prezzi: la guerra in Ucraina e il costo dell’energia. “L’ottimismo non c’è, ma speriamo che le cose vadano bene”, dice prima di congedarci.
E davanti al frigo degli yogurt c’è anche Franca, 73 anni. “Sono nonna Franca – tiene a precisare -. Sto facendo la spesa a quest’ora (sono le 12 circa, ndr) perchè a casa non riesco a stare: non ho il condizionatore e fa davvero troppo caldo, qui c’è l’aria condizionata e almeno ne approfitto”, racconta, ricordando a tutti che l’aumento dei prezzi si tocca con mano come il gran caldo e la siccità. “I 50 euro di oggi valgono quasi come 25 mila lire di un tempo. Sicuramente non le 50 mila lire con cui io facevo la spesa per 4 persone”, dice ‘nonna Franca’.
Poi c’è Simona, 23 anni, in fila a far la spesa con una sua amica. Anche lei ha notato un rincaro dei prodotti alimentari: “Tendo a prendere le cose in offerta ma all’aumento dei prezzi è difficile sfuggire”. “Sono lievitati”, puntualizza Marco, 38enne. “Mi rendo conto che i prezzi siano aumentati per tutti, ma per noi consumatori finali è diventato veramente difficile comprare da mangiare“.
Un po’ sconfortati ci mettiamo in fila e iniziamo a svuotare il carrello: abbiamo pagato oltre 30 euro e riempito tre buste di plastica con la certezza che un anno fa, a parità di cifra, avremmo messo in tavola il doppio degli alimenti.