Viaggio nella Palermo di 13 mila anni fa, riecco le grotte e i suoi graffiti


AGI –  Le grotte dell’Addaura, a Palermo, sono rimaste chiuse per 24 anni, ma adesso sarà possibile riscoprire i graffiti che uomini primitivi tracciarono in queste cavità nascoste nella montagna da cui si intravede il mare.

Dopo l’eccezionale tappa di questo particolare viaggio nel tempo nelle grotte paleolitiche di 13 mila anni fa, ci si sposterà al Museo archeologico Salinas per partecipare virtualmente ad una visita guidata dalla direttrice, Caterina Greco.

Insomma, stavolta le Malìa Vibes – Marta e Giulia, le due giovani appassionate di Palermo che sono diventate in breve tempo un piccolo fenomeno social con le loro visite guidate da migliaia di visualizzazioni – promettono di lasciare tutti di stucco.

I primi quattro appuntamenti de Le Vie dei Tesori OnAir sono andati benissimo: in diretta sul canale Instagram de Le Vie dei Tesori – le Malìa Vibes si inerpicano fino alle grotte alle spalle delle ville dell’Addaura e le raccontano con l’aiuto dell’archeologa Costanza Polizzi; entrano al museo archeologico per ascoltare dalla voce della direttrice, la storia di reperti, collezioni, tesori. Possibile interagire con Marta e Giulia, sia prima sia durante le visite, sia sul loro profilo Instagram.

Le grotte furono scoperte nella primavera del 1952: Giosuè Meli, giovane assistente della Soprintendenza, esplorava la zona con un suo amico medico. Meli cercava proprio grotte, sulla scia di scoperte analoghe di qualche anno prima a Levanzo; durante i suoi giri, incontra un pastore, Giovanni Cusimano, a cui chiede se ha mai visto antri con “pupazzi e disegni”.

E il pastore lo porta nella grotta: una scoperta straordinaria e poco dopo Meli è davanti Iole Bovio Marconi, archeologa e direttrice del Salinas, per raccontarle ciò che ha visto. Bovio Marconi quasi non ci crede: nel ’47 con Bernabò Brea aveva condotto degli scavi proprio nella stessa zona, ma la grotta non era stata indagata, anzi era stata addirittura usata come magazzino degli attrezzi.

Circola la voce che lo scoppio accidentale di alcune granate della seconda guerra mondiale, abbia portato alla luce i graffiti: poco importa, ma si iniziano a studiare le figure disegnate, corpi giovani e atletici, tra bovidi, cavalli selvatici e cervi; fanno parte di una scena complessa e denotano una mano già rodata.

Alcuni archeologi – tra cui Sebastiano Tusa, morto nell’incidente aereo in Etiopia – indicarono nella scena, un sacrificio umano o una cerimonia “di iniziazione, dalla pubertà alla giovinezza” come può essere quello di un accennato “incaprettamento” (né più né meno ciò che sarebbe diventato in ambienti mafiosi, anche se il rito aveva ovviamente un significato del tutto diverso); altri studiosi, tra cui la Bovio Marconi, individuano invece acrobati o atleti durante riti di significato simbolico e magico.

Le grotte sono chiuse al pubblico da 24 anni, quando l’ingresso divenne pericoloso perché cadevano massi dalla montagna. Si sta lavorando ad un progetto per la messa in sicurezza del costone roccioso, della strada di accesso alle grotte e per la valorizzazione delle grotte affidata proprio al Museo Salinas. “Una vera cattedrale paleolitica”, spiega la direttrice Caterina Greco; che potrebbe diventare uno dei luoghi più visitati della città, attirando visitatori appassionati da tutto il mondo.       

Le Vie dei Tesori – On Air è il nuovo progetto che vede collaborare con la Fondazione organizzatrice del festival, le Malìa Vibes, due appassionate come Marta e Giulia, milanese l’una, romana l’altra, che sono arrivate a Palermo prima dello scorso lockdown e hanno deciso di rimanerci, stregate dalla città, diventando in breve tempo un piccolo fenomeno social con il loro profilo Instagram grazie al quale portano i loro follower alla scoperta di luoghi e storie.

Le Vie dei Tesori ha messo sul piatto la conoscenza della città e il grande seguito della sua community; le due giovani instagrammer uno stile sciolto, la simpatia, le gag, il coinvolgimento nello storytelling. Migliaia le  visualizzazioni nelle prime quattro visite. E il viaggio continua.

Source: agicultura