Verso il vertice Nato: Biden deve ribadire la sua leadership tra diverse questioni che scottano


La guerra in Ucraina, l’entrata di Kiev nell’Alleanza atlantica, bombe a grappolo, ma anche Cina e Taiwan: ci sarà tutto questo sul tavolo del vertice Nato di martedì e mercoledì in Lituania, un vertice cruciale al quale parteciperà anche il presidente Biden, partito ieri pomeriggio alla volta dell’Europa, non prima però di aver passato una giornata al mare su una spiaggia del Delaware a mostrarsi come un comune cittadino (la campagna elettorale è già iniziata e lui si ricandiderà).

In realtà, Biden deve ribadire la sua leadership sulla scena mondiale e le questioni che ha in mano scottano, come il contestatissimo invio delle bombe a grappolo su cui dovrà rispondere davanti a leader europei e di cui parlerà anche con il premier britannico Sunak, che incontrerà oggi, nella sua prima tappa europea a Londra. Vedrà anche Re Carlo per la prima volta dalla sua incoronazione, prima di ripartire alla volta di Vilnius.

Biden arriva in Europa comunque forte del successo ottenuto a Pechino dalla sua ministra del Tesoro, Janet Yellen, che ha cercato di alleviare ancora di più le tensioni fra le due potenze. “Abbiamo avuto incontri diretti e produttivi, utili a stabilizzare le accidentate relazioni bilaterali tra i due paesi”, ha dichiarato Yellen oggi.

Più di tutto comunque sul tavolo a Vilnius peserà la questione dell’entrata nella Nato dell’Ucraina, che Kiev chiede insistentemente da tempo, insieme agli altri paesi del fianco orientale. Ma oggi è stato proprio Biden a gelare qualsiasi aspirazione: l’Ucraina “non è pronta” e nell’alleanza non c’è unanimità sul suo ingresso, che significherebbe “andare in guerra con la Russia”. “Prima di valutare l’adesione, Kiev deve quindi finire il conflitto”, ha detto Biden in un’intervista alla Cnn, in cui ha comunque assicurato che gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a fornire armi e sicurezza come fanno per Israele. In ballo ci sono anche i famosi caccia F16, sui quali Washington sta temporeggiando.

D’altra parte anche il segretario generale Stoltenberg era sempre stato cauto sulla richiesta di Kiev, consapevole che il conflitto diventerebbe incontrollabile sulla base dell’articolo 5 che prevede la mobilitazione di tutti i membri Nato a difesa del paese partner aggredito.

Biden si è detto invece ottimista – anche se ha evocato “aggiustamenti” legislativi – sull’entrata nell’Alleanza della Svezia, candidatura invece ostacolata dall’Ungheria e dalla Turchia, che accusa il paese di ospitare i terroristi del Pkk e di essere monumenti occidentali di arroganza dopo il recente rogo di un Corano a Stoccolma davanti a una moschea.

fonte: tg7