“Eravamo partiti con previsioni al ribasso che avevamo poi rivisto positivamente – spiega ancora Messina – , soprattutto con i picchi di prenotazioni nei ponti di Pasqua, del primo maggio e del 2 giugno. Poi c’è stato un inizio stagione non brillante, a causa di un giugno instabile climaticamente. Nel mese di luglio si è verificata una ripresa e prevedevamo che sarebbero state superate anche le stime più ottimistiche. Ma poi l’allerta maltempo al Nord e il caldo torrido del Sud, con tutti i problemi degli aeroporti, ci ha fatto purtroppo ricredere e si è registrata una frenata non prevista”. A causare l’inversione di marcia, però, non solo il clima. Ad incidere su viaggiatori italiani ed esteri, secondo Assoturismo, anche l’aumento dei prezzi legati all’inflazione, l’impennata delle tariffe aeree e dei costi di trasporto e, infine, il ritorno alle abitudini pre-Covid. “Il fatto che gli italiani abbiano ripreso a viaggiare all’estero ha intaccato una parte del turismo di prossimità” sottolinea il presidente di Assoturimo. E a farne le spese più di tutti è il mare. “Il turismo nelle città d’arte, dove si possono verificare degli assembramenti, era stato cancellato dalla pandemia. Ora invece si possono tornare a visitare quei luoghi che, di conseguenza, stanno vivendo un buon momento.
La montagna ha degli affezionati che di solito non cambiano destinazione. Le località di mare rimangono quindi le uniche che stanno risentendo del calo degli arrivi e questo è indicativo, se si considera che il turismo balneare è il secondo in Italia. Se risente lui, ricade su tutta la filiera”.
Per avere un bilancio definitivo, però, bisognerà attendere la seconda metà del mese. “I conti li faremo tra quindici giorni quando, superato Ferragosto, avremo il quadro completo di una stagione che sembrava partita con i migliori auspici e che poi, per problemi esterni alla filiera, avrà un contraccolpo. Credevamo di fare il boom questa estate ma, al momento, questo picco non c’è stato. Ad oggi, quello del 2023 appare un turismo ridimensionato. Ma ciò non cancella un aspetto fondamentale – conclude Messina -, ossia che il turismo rimane la filiera più vivace per la ripresa del sistema Paese”. “La stagione non è compromessa, ma certo è stata rallentata. E c’è da riflettere sul cambiamento climatico. È assurdo che il cavo di una stampante dell’aeroporto di Catania rovini una stagione turistica” riflette infine Messina. (AGI)
RMW/PGI
La montagna ha degli affezionati che di solito non cambiano destinazione. Le località di mare rimangono quindi le uniche che stanno risentendo del calo degli arrivi e questo è indicativo, se si considera che il turismo balneare è il secondo in Italia. Se risente lui, ricade su tutta la filiera”.
Per avere un bilancio definitivo, però, bisognerà attendere la seconda metà del mese. “I conti li faremo tra quindici giorni quando, superato Ferragosto, avremo il quadro completo di una stagione che sembrava partita con i migliori auspici e che poi, per problemi esterni alla filiera, avrà un contraccolpo. Credevamo di fare il boom questa estate ma, al momento, questo picco non c’è stato. Ad oggi, quello del 2023 appare un turismo ridimensionato. Ma ciò non cancella un aspetto fondamentale – conclude Messina -, ossia che il turismo rimane la filiera più vivace per la ripresa del sistema Paese”. “La stagione non è compromessa, ma certo è stata rallentata. E c’è da riflettere sul cambiamento climatico. È assurdo che il cavo di una stampante dell’aeroporto di Catania rovini una stagione turistica” riflette infine Messina. (AGI)
RMW/PGI