Indennità di sconfinamento, commissione di istruttoria veloce, prelievi salva-banche sono alcune delle voci che farebbero lievitare i tassi di interesse praticati dagli istituti di credito. Caso eclatante quello del Banco Popolare di Verona con spese fino a 600 euro giornalieri
Roma, 15 novembre 2016 – Molto spesso, nei contratti bancari, la pattuizione usuraria è mascherata in quanto, i tassi e le commissioni indicate, risultano essere sotto al tasso soglia di usura vigente ma poi analizzando il caso concreto, in virtù delle modalità di calcolo, che variano a seconda dell’utilizzo del conto, tali tassi, apparentemente sotto soglia, diventano poi tassi effettivi che superano il suddetto tasso soglia.
“Sono circa 800 i casi di usura bancaria che stiamo seguendo su tutto il territorio nazionale: se si analizzano i contratti, in oltre l’85% dei casi si scoprono anomalie nei calcoli. Il caso eclatante, che non da spazio a interpretazioni e orientamenti giurisprudenziali, ci è capitato in varie occasioni, con una grande banca del Veneto, nel quale abbiamo riscontrato nel contratto bancario, un tasso debitore pattuito già di per se stesso, superiore al tasso soglia, quindi senza ombra di dubbio sulla pattuizione usuraria. Questa è una evidente promessa usuraria, punibile penalmente ai sensi art 644 cp e in combinato disposto con art 1815 cc, prevede la non debenza di alcun interesse e tutti gli interessi pagati su quel conto corrente devono essere restituiti” – dichiara Alfredo Belluco vicepresidente nazionale e presidente veneto di Confedercontribuenti.
Indennità di sconfinamento, commissione di istruttoria veloce, prelievi salva-banche sono alcune delle voci che farebbero lievitare i tassi di interesse praticati dagli istituti di credito. Caso eclatante sarebbe quello del Banco Popolare di Verona: l’istituto di credito aveva inserito nei sui contratti un’indennità di sconfinamento che variava in base all’entità del debito facendolo lievitare a cifre impossibili da saldare che arrivavano fino a 600 euro giornalieri. Nonostante l’abolizione di questi oneri e l’introduzione di una commissione “tutto compreso” le cose non sarebbero cambiate. Pertanto ci si trova di fronte a correntisti strozzati ed istituti di credito che dichiarano “crediti deteriorati”.
“I crediti deteriorati NPL richiesti dalle banche, specialmente di importo medio basso sono contestabili per tutta una serie di illeciti contabili, civili e penali. Le spese e le commissioni, molto spesso, non sono correttamente pattuite e quindi non dovute e ovviamente, devono essere restituite. Quando si supera il tasso di interesse effettivo e globale ai fini dell’usura, scatta la sanzione penale, che può arrivare fino a 15 anni di reclusione.” – spiega Belluco.
L’ultima trovata degli istituti di credito sarebbe una modifica unilaterale del contratto che prevede l’addebito di un importo seppure esiguo che andrebbe a alimentare il fondo nazionale di risoluzione delle crisi bancarie.
Una volta ad esser rapinata era la banca. Nell’era dei pirati in giacca e cravatta sarebbero i banchieri a rapinare i correntisti!
Il cliente deve essere libero di scegliere.
Su questo prelievo forzoso mai previsto dal Governo sarebbe stata presentata una interrogazione parlamentare al Ministro Padoan con la richiesta di agire e fermare i prelievi irregolari.
“Confedercontribuenti offre ai propri associati preanalisi gratuita dei rapporti e supporta in caso di irregolarità l’iter per il ripristino della legalità. Per noi l’usura è un reato sia se praticata da criminali che da banchieri in giacca e cravatta. Le imprese e le famiglie hanno bisogno delle banche con cui collaborare per lo sviluppo economico di un territorio e non per accompagnarle alla deriva. Abbiamo bisogno di un sistema bancario diverso che concepisca l’imprenditore e la famiglia come una risorsa per tutti. Se l’impresa può produrre, crea occupazione e genera consumi” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.