Usa:Nyt, così la Russia ha usato accademici per fare propaganda


La Russia sta intensificando i suoi sforzi per diffondere negli Stati Uniti e in Occidente propaganda a favore di Mosca e messaggi anti-Ucraina, utilizzando organizzazioni e influencer. Lo riporta il New York Times, citando fonti dell’intelligence americana che ha analizzato documenti riservati dell’Fsb, il servizio federale per la sicurezza della Federazione russa. L’analisi è stata resa pubblica.
La propaganda, sostengono a Washington, potrebbe avere ricevuto un impulso dopo il fallito ammutinamento contro i vertici militari russi di Evgeny Prigozhin, quando due mesi fa aveva tentato con il gruppo paramilitare Wagner di puntare verso Mosca.
Gli 007 del Cremlino avrebbero portato avanti una strategia di disinformazione già sperimentata nel 2016 per favorire la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Ma le informazioni, rese pubbliche venerdì, indicano un’attività ancora più profonda. Si parla di gruppi di “cooptati”: persone, od organizzazioni ufficialmente indipendenti ma che, in realtà, si muovono sotto la direzione dei servizi segreti russi. Queste operazioni includono il sostegno alla Russia attraverso cittadini e uomini di cultura americani ed europei.

Tra i nomi indicati nel report come figure di spicco dell’organizzazione figura Natalia Burlinova, incriminata quest’anno dal dipartimento della Giustizia. Secondo i procuratori federali, Burlinova aveva reclutato una serie di cittadini americani che appartengono al mondo accademico, convincendoli a partecipare alle attività di una noprofit, Creative Diplomacy, da lei stessa fondata per “favorire il dialogo con la Russia”. Un’ottantina di persone provenienti da numerosi Paesi ha aderito al programma. Il dipartimento del Tesoro ha, nei mesi scorsi, sanzionato due rappresentanti dell’Fsb, tra cui Yegor Sergeyevich Popov, sospettato di essere stato un complice di Burlinova. Tra gli obiettivi della coppia c’era quello di creare una rete di “futuri influencer occidentali” su cui il Cremlino puntava per farne alleati di Mosca e strumenti insospettabili per diffondere la propaganda.
Altri nomi indicati nel report sono quelli di Andrey Stepanenko, che ha lavorato per i servizi russi dal 2014 al 2019; Maksim Grigoryev, direttore della Fondazione per lo Studio della democrazia, un ‘think tank’ americano che diffondeva messaggi negativi sull’Ucraina; e Anton Tsvetkov, considerato il capo di un gruppo chiamato “Funzionari della Russia”. Tra le attività promosse ci sarebbero state manifestazioni di protesta a Mosca, inclusa una organizzata fuori dall’ambasciata Usa. Altre manifestazioni sono state organizzate contro il Bard College di New York, gemellato a un college di San Pietroburgo. (AGI)
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