di Alessandro Maran
Si profila un crisi costituzionale? La tensione tra la Casa Bianca e il sistema giudiziario statunitense è in aumento. Da quando è entrato in carica, il presidente Donald Trump ha fatto molte mosse audaci, alcune delle quali probabilmente incostituzionali secondo i giudici federali che hanno temporaneamente bloccato varie iniziative (bloccato l’accesso a dati e sistema di pagamento del Tesoro per la squadra di Musk, prelevata dalle sue aziende e che opera in segreto senza autorizzazioni di sicurezza; fermati anche i passi per una chiusura totale di Usaid, l’agenzia per gli aiuti all’estero da decenni pilastro di sforzi umanitari e soft power di Washington nel mondo; bloccate temporaneamente le crociate di Donald Trump per rivoluzionare la pubblica amministrazione e il governo americano, eliminando migliaia di posti di lavoro e interi programmi e ministeri, ecc.)
I critici sono realmente preoccupati: l’amministrazione Trump obbedirà alle corti, se le sue azioni saranno invalidate? In caso contrario, ovviamente, gli Stati Uniti affronteranno una vera e propria crisi costituzionale.
Alcuni affermano che la crisi è in arrivo. Parlando con Adam Liptak del New York Times, uno studioso costituzionale “ha elencato esempi di quella che ha definito la condotta illegale del presidente Trump: revoca della cittadinanza per diritto di nascita, congelamento della spesa federale, chiusura di un’agenzia, rimozione dei leader di altre agenzie, licenziamento di dipendenti pubblici soggetti alle prerogative del servizio pubblico e minaccia di deportare persone in base alle loro opinioni politiche” (https://www.nytimes.com/…/trump-constitutional-crisis.html).
Jonathan Chait dell’Atlantic rientra in questo gruppo; sottolinea l’affermazione del vicepresidente JD Vance secondo cui le corti non hanno l’autorità di impedire all’amministrazione di esercitare il suo potere “legittimo”. “Se un giudice cercasse di dire a un generale come condurre un’operazione militare, sarebbe illegale”, ha twittato Vance domenica (https://x.com/JDVance/status/1888607143030391287). “Se un giudice cercasse di comandare al procuratore generale come usare il suo potere discrezionale come pubblico ministero, anche questo sarebbe illegale. Ai giudici non è consentito controllare il legittimo potere dell’esecutivo” (https://www.theatlantic.com/…/trump-vance-courts/681632/).
L’affermazione di Vance è provocatoria ma, in un certo senso, senza capo né coda, scrive il professore di legge di Harvard e editorialista di Bloomberg Opinion Noah Feldman: “Se l’uso del potere da parte dell’esecutivo è legittimo, la corte non lo respingerà. Ma è diverso dal dire che alle corti non è ‘permesso’ di controllare il legittimo potere dell’esecutivo. Spetta alle corti decidere se il potere è legittimo o meno” (https://www.bloomberg.com/…/jd-vance-is-playing-a…).
Altri hanno espresso preoccupazione per la popolarità della stessa Costituzione. Nell’ultimo episodio del podcast The Ezra Klein Show, il commentatore conservatore Yuval Levin afferma di aver sentito, da alcuni conservatori più giovani, l’argomentazione secondo la quale la sinistra politica è diventata troppo potente, il sistema costituzionale di governo così com’è non sta dando risultati ed è tempo di cambiare le cose. Per parte sua, Levin ritiene si tratti di una tesi sbagliata. Abbandonare la separazione costituzionale dei poteri tra rami controbilanciati del governo sarebbe “estremamente pericoloso per i diritti fondamentali che tutti noi riteniamo più importanti”, afferma Levin. “È un ragionamento che devo sottoporre ai giovani ora (…) È certamente sotto attacco in un modo che è diverso almeno da quello che ho sperimentato sulla destra 15 e 20 anni fa” (https://www.nytimes.com/…/ezra-klein-podcast-yuval…).
Per ora, Noah Feldman non è troppo preoccupato e sostiene che finora il sistema ha funzionato. “Trump, che non ha ignorato gli ordini del tribunale nel suo primo mandato, difficilmente sfiderà una decisione giudiziaria”, ha scritto Feldman di recente sempre su Bloomberg Opinion. “La Corte Suprema ha sei conservatori, tre dei quali nominati da Trump. La cosa peggiore che potrebbe fare per alienare i giudici sarebbe ignorare un ordine del tribunale. Non importa quanto conservatori possano essere i giudici, la loro identità primaria deriva dal loro ruolo di interpreti della Costituzione e delle leggi. Potrebbero tollerare molto da Trump, ma non tollereranno una sfida diretta all’autorità della magistratura” (https://www.bloomberg.com/…/trump-is-testing-our…).
Invece di chiedere apertamente all’amministrazione di disobbedire agli ordini del tribunale, Vance stava invece facendo qualcosa di “più sottilmente pernicioso”, sostiene Feldman nel suo ultimo articolo intitolato appunto “JD Vance Is Playing a Dangerous Legal Game”. I commenti del vicepresidente sulla relazione tra i poteri esecutivo e giudiziario sono intenzionalmente fuorvianti. “Sta trafficando con dichiarazioni fuorvianti nella speranza di indebolire il potere della magistratura”. Questo è diverso dal disobbedire. “Se un presidente dovesse sfidare un ordine del tribunale diretto a lui o alla sua amministrazione”, scrive Feldman, “ciò comporterebbe una crisi costituzionale. Non ci siamo ancora arrivati. Il vicepresidente non dovrebbe scherzare con questo particolare fuoco”.