Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
Gli attuali scenari geopolitici raccontano, ormai da qualche anno, la dura contrapposizione tra gli Sati Uniti e la Cina per il ruolo di superpotenza mondiale, politica ed economica. Negli ultimi tempi anche il mondo di internet è divenuto terreno di scontro tra le due nazioni. Protagonista assoluta di questa “guerra fredda” sulla rete è Tik Tok, la celebre applicazione cinese, che permette di “autoprodurre” brevi video con base musicale, amatissima da milioni di giovani in tutto il globo.
Tik Tok, infatti, è finita nella lista nera del presidente Donald Trump e del governo statunitense, i quali puntano il dito sul trattamento dei dati personali e sul rispetto della riservatezza dei 100 milioni di cittadini USA che la utilizzano. Proprio per questa ragione, dopo un lungo tira e molla e un mezzo passo indietro, l’inquilino della Casa Bianca ha dato un ultimatum a ByteDance, il colosso informatico cinese che ha creato l’applicazione. L’imperativo categorico è quello di cedere, nelle mani di ditte a stelle e strisce (vedasi Twitter e Microsoft), le attività americane di Tik Tok, pena la messa al bando nel territorio degli Stati Uniti.
A dar man forte al presidente Trump, in questi giorni, è arrivata anche un’inchiesta condotta dal Wall Street Journal, secondo le cui risultanze la popolare applicazione si sarebbe appropriata, senza alcuna autorizzazione da parte degli utenti, e quindi in modo del tutto illegittimo, dei codici identificativi dei cellulari con sistema operativo Android. Tutto ciò, come evidenzia con forza la testata statunitense, è avvenuto in aperta violazione delle norme di Google, ovvero l’azienda che sviluppa i processori del suddetto sistema operativo. Il governo Usa, però, con Trump e Pompeo in prima linea, oltre a denunciare le criticità sulla riservatezza degli utenti, ha apertamente parlato di una minaccia alla sicurezza nazionale. L’ipotesi, paventata anche in Italia dal Copasir e dal Garante della Privacy, è che ByteDance e Tik Tok cedano questi dati al governo cinese ed ai suoi organi di spionaggio.
La scontro tra Cina e Stati Uniti, lo dicevamo in apertura, corre anche sulla rete e sulle note dei video Tik Tok, ma diventa ancora più duro e più aspro guardando al 5G, la rete di ultima generazione per le connessioni internet. Se, da un lato Huawei, punta a monopolizzarne l’introduzione in tutto l’Occidente, dall’altra gli Stati Uniti proveranno a metterle i bastoni tra le ruote, consapevoli di quanto sia importante, al giorno d’oggi, lo sviluppo di una tecnologia tanto potente e moderna.