Usa: Cattelan a New York, dagli show tv a “venditore di libri”


La seconda vita di Alessandro Cattelan, conduttore televisivo e radiofonico, è quella di venditore di libri. Suoi ma non suoi, nel senso non scritti da lui, ma pubblicati. Da un anno Cattelan è editore e fondatore della casa editrice Accēnto, che punta a mettere, appunto, l’”accento” sui giovani talenti italiani e gli esordienti.
La scelta è nel solco dei molti personaggi americani, che lanciano case editrici in un momento in cui la lettura sembra più a rischio. Sarah Jessica Paker, la star di “Sex and the City”, ha fondato Zando. Cattelan mette a disposizione di autori sconosciuti la spinta di un volto famoso. E’ stato lui in persona, jeans e cappellino, a presentare una serie di libri a Brooklyn, ospite di “Salotto”, uno spazio creativo newyorkese nato da artisti e professionisti italiani che si sono uniti per valorizzare l’eccellenza italiana. Di questo gruppo fa parte, tra gli altri, Emiliano Ponzi, illustratore internazionale, che ha esposto al Moma e realizzato illustrazioni, tra gli altri, per il New Yorker, il New York Times, Washington Post e Le Monde.
Con Cattelan c’era anche Matteo B. Bianchi, autore, scrittore e fondatore della rivista ‘tina. Sul tavolo, davanti a una platea di italiani emigrati a New York, Cattelan ha dato spazio alla sua storia di editore e presentato una serie di libri, da “La ragazza Garbatella”, di Laura Eduati, a “Fotomodella”, di Elisabetta Valentini, da “Baba”, romanzo d’esordio di Mohamed Maalel, a “Madama Matrioska”, di Anja Boato, passando per “Hostaggio – guida serissima per ospitare sconosciuti (e alloggiare in casa loro)” di Elena Ghiretti. Ma perché venire a presentare libri a New York? “‘Baba’ – spiega Cattelan a AGI – potrebbe essere un libro tradotto all’estero. Anche in Italia ha avuto successo per le tematiche trattate: madre pugliese, padre tunisino, storia di un ragazzo che racconta la sua crescita, l’omosessualità che diventa un tema con il padre musulmano, un tipo a volte violento ma al tempo stesso molto amorevole con lui”. “In Italia – aggiunge – si sta già pensando di fare un film, è un libro che in America può avere un buon successo”. Sbarcare qui? Cattelan ride. “Beh – confessa – a noi piacerebbe, in grande onesta vai a capire, ma ci piacerebbe. Qui ci sono tanti italiani a New York. A noi piacerebbe creare un movimento qui, con librerie americane. Per un lettore trovare il suo libro in libreria sarebbe piacevole”. Molti titoli nuovi, storie vorticose, ribollenti, spiazzanti. Che cosa vogliono dire i giovani attraverso i loro libri?
“Ognuno – spiega Cattelan – parla della vita che ha vissuto. Banalmente le tematiche cambiano di decade in decade. Quando leggiamo uno scritto che arriva da un ragazzo di venticinque, trent’anni, la tematica è quella delle decisioni, che strada intraprendere, quali tipi di amicizie, le relazioni sentimentali. Di solito nei libri belli c’è sempre un po’ di angoscia, si racconta sempre un’indecisione, un conflitto, non che tutti i giovani vivano nell’angoscia, gli scrittori però sì”. E per trovare una platea, la celebrità del suo editore, più famoso dei suoi stessi autori, può essere utile. Cattelan promuove con grande passione scrittori sconosciuti.
“E’ un po’ la mia seconda vita questa – conferma – sì, mi diverte molto, mi diverte quella di editore ma anche stare nelle fiere, dal vivo. Abbiamo fatto Roma, il Book Pride a Milano, il Salone del Libro di Torino, la fiera di Napoli, il Campania Festival Libri”. “E’ bello – ammette – c’è quell’atmosfera da bancarella, di contatto con i lettori”. Chi vuole un selfie, aveva detto scherzando durante la presentazione a Brooklyn, deve comprare un libro. Tra tanti autori, Cattelan non pensa di diventarne uno. “Io ho scritto da ragazzino – confessa – tutta roba trascurabilissima, che non vale la pena leggere”. Ma da editore star ha già una strada popolata di fans. Prossima tappa per lui e la sua casa editrice, la fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, in programma a Roma dal 6 al 10 dicembre. (AGI)
NWY/FRA