USA 2024: Vance, la tua eredità Venmo con Project 2025


La campagna democratica ha lanciato da settimane una serie di attacchi a Trump, accusandolo di voler attentare alla democrazia.
Lo stesso tycoon, nel suo discorso di investitura alla convention di Milwaukee, aveva chiesto ai Democratici di smetterla di “parlare di persone che mettono in pericolo la democrazia”. Il riferimento era a sé stesso. L’unica cosa che può mobilitare gli elettori all’ultimo momento, nonostante lo sbandamento dei Democratici, è la paura di finire in un regime. Per questo motivo nelle scorse settimane Trump ha preso le distanze da “Project 2025”, dicendo di non condividerlo e di non averlo letto.
Ma i legami con il manifesto autoritario sono forti: alla fondazione lavorano decine di ex membri della sua amministrazione e il nome dell’ex presidente appare nel testo citato più di trecento volte. Tra i nomi della rete legata a Vance figurano anche assistenti procuratori distrettuali di New York, cioè di quell’ufficio indicato più volte da Trump come propagine del “deep state” che complotta contro di lui. E Jeff Flake, un famoso senatore dell’Arizona anti-trumpiano e attuale ambasciatore Usa in Turchia, o lobbisti come il Government Strategies Groupe, l’American Enterprise Institute, giornalisti e star della tv come Bari Weiss e Tucker Carlson e dirigenti di compagnie tech come Anthropic e Aol.
Secondo il protocollo di Venmo, quando qualcuno usa per la prima volta la app, in genere è portato a dare accesso ai propri contatti telefonici. Se accettano, Venmo troverà i contatti e automaticamente riempirà la lista degli “amici” nella app. L’utente ha due opzioni: mantenere la lista privata, o lasciarla visibile agli altri. Questo significa, secondo Wired, che la rete di Vance potrebbe essere legata ai contatti che il candidato vicepresidente aveva quando ha avuto accesso per la prima volta alla app, nel 2016. Ma forse c’è da attendersi che l’elenco finisca adesso in modalità privata. Nonostante Donald Trump abbia cercato di prendere le distanze dal think tank di ultra destra Heritage Foundation, che ha realizzato la “guida” alla svolta autoritaria chiamata “Project 2025”, una dimenticanza del suo nuovo vice, J. D. Vance, rischia di vanificare tutta la nuova strategia moderata, adottata dal tycoon per non spaventare gli americani. Il senatore dell’Ohio ha lasciato in modalità pubblica l’elenco degli amici legati al suo account Venmo, l’app per i pagamenti online, dando la possibilità di poter leggere i nomi che compongono la rete legata al candidato vice di Trump.
Ci sono pezzi grossi del Partito repubblicano, ricchi uomini d’affari, top manager della Silicon Valley, esponenti dei media ed ex studenti di Yale, dove Vance si è laureato. Tra questi nomi il sito americano Wired ha trovato quello di Amalia Halikias, direttrice delle relazioni di governo alla Heritage Foundation, l’organizzazione che ha pubblicato il testo di più di 900 pagine in cui si parla di ciò che Trump dovrà fare dal momento in cui tornerà alla Casa Bianca e che disegna un inquietante scenario di radicale cambiamento della macchina amministrativa, rappresaglie, arresti di massa degli oppositori, militarizzazione delle scuole, indottrinamento religioso e controllo degli americani. (AGI)