"Una storia sbagliata", il caso della morte di David Rossi in un libro


AGI – Il capo comunicazione del Monte dei Paschi, David Rossi, muore dopo essere precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni a Siena alle 19,43 del 6 marzo 2013.

Quando diventa subito il “caso David Rossi”? Subito. Anzi quando David è ancora vivo e “agonizza sul selciato di vicolo Monte Pio per circa 22 interminabili minuti” ma l’autopsia certificherà che la morte è sopraggiunta “dopo pochi minuti”.

È uno dei tanti motivi per cui siamo di fronte ad “Una storia sbagliata. David Rossi & Mps, un mistero italiano”, il nuovo libro dedicato alla vicenda e scritto da Pierangelo Maurizio, inviato di Quarto Grado che per cinque anni si è occupato del caso. “Una storia sbagliata. David Rossi & Mps, un mistero italiano” sarà presentato mercoledi’ 4 maggio alle 18 alla Sala stampa della Camera.

Suicidio, omicidio, incidente? “Tutta la verità forse non la sapremo mai. Ma ora abbiamo un dovere. Capire perché: perché è morto David” è l’opinione dell’autore.

La certezza che il manager si fosse ucciso è alla base degli errori, delle sviste e delle lacune, alcune clamorose, nelle attività d’indagine. Il libro (22 euro, Edizioni Maurizio, su Amazon) ripercorre minuziosamente la prima e la seconda indagine di Siena, archiviate come suicidio, l’indagine di Genova sui presunti abusi dei magistrati senesi archiviata e poi riaperta dopo le clamorose rivelazioni raccolte dalla Commissione parlamentare di inchiesta.

La prima archiviazione, ad esempio, ricostruisce il volume, si basa su orari sbagliati addirittura di mezz’ora in avanti.

Per cui il misterioso personaggio che si inoltra con un telefonino all’orecchio nel vicolo, mezz’ora dopo che David ha smesso di respirare, viene scambiato per “un passante” che si allontana “probabilmente per chiamare la polizia”.

Ma “Una storia sbagliata” cerca anche di delineare il “groviglio armonioso”, cioè l’intreccio di potere e poteri della Siena da bere, di cui David voleva andare a parlare con i magistrati come aveva annunciato nelle mail scambiate il 4 marzo con l’amministratore delegato del Monte, Fabrizio Viola.

Traccia lo scenario del dissesto della più antica banca del mondo e il tentativo dei magistrati di arginare gli appetiti dell’alta finanza, con un maxi sequestro mai avvenuto prima, poi fallito, di quasi 2 miliardi su un conto di Mps a Londra nelle indagini sulle spericolate operazioni in derivati per occultare le perdite della banca.

Il libro ripercorre poi tutte le tappe con cui si è arrivati alla distruzione dei sette fazzolettini macchiati di sangue presumibilmente di David ma che avrebbero potuto avere anche impronte di terzi, l’unico reperto con tracce biologiche rinvenuto nel suo ufficio (da quanto è dato sapere nel cestino della carta). Sequestrati il 12 aprile 2013, mai analizzati, sono stati distrutti il 4 settembre.

L’ordine del pm del 14 agosto (riportato integralmente) “ha per titolo: ‘Decreto di restituzione di cose sequestrate'”, cioè le tre paia di forbici sequestrate nell’ufficio e da restituire al Monte dei paschi, e la distruzione dei reperti “di cui al CRO n. 10119/1′”, ovvero i kleenex insanguinati per l’appunto, ma la parola “fazzoletti” non compare mai.

Le macchioline di sangue sui fazzoletti coinciderebbero con la ferita sul labbro, non compatibile con la caduta e che sarebbe stata inferta a David durante una colluttazione in un altro locale della banca, secondo l’ipotesi ritenuta “altamente probabile” dal colonnello dei Ris, Davide Zavattaro.

“Così viene distrutto l’unico reperto” chiosa “Una storia sbagliata” “che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo insormontabile alla tesi del suicidio”. 

Source: agi