Ma qualche perplessità all’inizio c’è stata… “Mi sentivo in difficoltà per il rischio che venisse preso come un messaggio di marketing – confida la donna all’AGI – ma poi ci ho voluto mettere la faccia e ci credo. Non è marketing, è fare qualcosa, è generare parola e la parola serve”.
“Naturalmente – prosegue – mi auguro che ci sia un riscontro positivo ma, comunque vada, sarà valsa la pena: sarò felice se saranno coinvolte 100 donne o anche solo 2, perché ciò che conta è che ne stiamo parlando”.
La violenza sulle donne è un tema purtroppo ancora troppo presente e un modo per cercare di attuare un cambiamento sociale e culturale che segni un’inversione di tendenza, è anche quello di parlarne, a tutti i livelli, dagli ambienti della famiglia alla scuola fino a quelli relativi allo svago offerto, per l’appunto, da una serata in pizzeria.
La sensibilizzazione su queste tematiche parte anche dalla formazione che “noi – racconta la ristoratrice – abbiamo fatto al nostro personale nei locali che gestiamo. Già questo per me è importante perché se ne parla in modo non ipocrita ma autentico. Ed è fondamentale”.
Come funziona concretamente? “Intanto voglio dire che è dedicata solo alle donne che quando verranno a mangiare la pizza ‘Nastro rosso’, oggi 25 novembre, dovranno compilare un modulo con i loro dati. Noi li raccoglieremo a fine giornata, e loro verranno contattate successivamente per conoscere la data della lezione di autodifesa alla quale partecipare tutte insieme”. E Katia sarà in prima fila con loro, anche lì. “Certo, ci sarò pure io. Sarà un corso prettamente femminile. Poi se un uomo, un padre o un marito, viene da noi oggi e regala la pizza alla figlia o alla moglie, lei avrà in omaggio la lezione di autodifesa. Miriamo a quante più persone possibili, anche solo per offrire una conoscenza. Il mio intento è far capire alle ragazze, alle donne, che possiamo imparare a difenderci”.
Insomma, più pizza e meno ‘pizze’, per dirla alla romana. Anzi, zero pizze. Perché le pizze devono essere solo quelle che si mangiano, e in questi tempi non è superfluo dirlo. Come le è venuta in mente l’idea di regalare una lezione di autodifesa a chi acquisterà, oggi lunedì 25 novembre, una pizza ‘Nastro rosso’? “Avevo voglia di fare qualcosa di differente – risponde l’imprenditrice all’AGI – di far arrivare un messaggio autentico alle persone, per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne in questa giornata particolare”.
L’idea della lezione di autodifesa nasce dall’esperienza personale: “Conosco Marco Salvemini, il proprietario di questa palestra a Paderno Dugnano, nel Milanese, che è specializzata in sport da combattimento. Io la frequento e ho notato che ci sono moltissime donne che partecipano. Così, un giorno ne abbiamo parlato con il proprietario ed è nata l’idea, in una sinergia fifty-fifty, che è fatta con il cuore”. Idea condivisa subito pure dai due fratelli di Katia, Ciro e Antonio, perché nella lotta contro la violenza sulle donne è fondamentale che ci sia anche l’uomo in prima linea.
Lo slogan, ‘Basta essere vittime, difendersi è possibile’. “Ho pensato che molte volte le donne non sanno che si può fare un corso di autodifesa e in 1 ora non acquisisci solo delle tecniche di autodifesa, ma impari anche a rafforzare l’autostima personale, cosa che è fondamentale per le donne” sostiene.
Ecco il punto, non solo la capacità di difendersi da un punto di vista fisico ma anche l’autostima. “Io sono una donna con una forte autostima, e credo che questa sia la base – dice Katia Coppola – perché se è gravissima la violenza fisica sulle donne, non bisogna sottovalutare la violenza psicologica. Abbiamo bisogno di rafforzarci, è un lavoro che va fatto su noi stesse”. Una pizza in difesa delle donne. Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, è l’occasione non solo di parlare di un tema, purtroppo, sempre più di attualità, ma è anche il modo per dare un aiuto concreto alle donne contro il dilagare della violenza. E Katia Coppola, napoletana e fondatrice della omonima catena di ristorazione insieme ai due fratelli, ha deciso di offrire una lezione di autodifesa a tutte le donne che lunedì acquisteranno nelle loro pizzerie a Milano, Bergamo, Como e Como Lago, una pizza ‘Nastro rosso’. Un nome simbolico e già evocativo.
“La pizza si chiama ‘Nastro rosso’ perché in primis è il simbolo che si abbina alla giornata del 25 novembre e poi il rosso per me è il colore della passione, della donna” spiega Katia Coppola all’AGI.
Una tradizionale pizza napoletana Dop dagli ingredienti classici – pomodoro, mozzarella di bufala campana, provolone del Monaco, basilico – che si trasforma in uno strumento di comunicazione sociale per la donna contro la violenza. Perché il gusto, in questo caso, non sta tanto nella pizza quanto nel messaggio e nel regalo concreto che sarà fatto a tutte le donne che la compreranno. (AGI)