di redazione
Anche l’Italia, come altri paesi europei, travolti da un’ondata di panico per la nuova variante del coronavirus (SARS-CoV-2) che si sta rapidamente propagando in Inghilterra, ha bloccato i voli da Londra.
Per prevenire la diffusione del virus nella nuova versione, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato ieri un’ordinanza per sospendere tutti i voli provenienti dal Regno Unito e vietare l’ingresso in Italia a quanti, negli ultimi 14 giorni, sono stati anche di passaggio a Londra e nel Regno Unito.
La variante non è diversa nei sintomi ma appare molto più contagiosa, tanto da indurre il governo britannico del premier Boris Johnson a imporre un nuovo lockdown a Londra e in altre regioni del Paese.
Non è ancora chiaro per quanto tempo il blocco resterà in vigore. Speranza ha specificato che “chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione”. Ma questo non ha impedito che il nuovo virus “inglese” sbarcasse in Italia dagli ultimi aerei atterrati con provenienza dal Regno Unito. Si tratta di centinaia di passeggeri, quasi tutti italiani, tra i quali è stato già individuato un positivo, un medico, che adesso si trova in osservazionepresso l’ospedale Spallanzani di Roma. Anche una donna italiana e il suo convivente sono in isolamento dopo che all’ospedale militare del Celio è statosequenziato il genoma della nuova versione del Covid.
Noi comprendiamo la necessità di bloccare i voli da Londra, anche se dalla capitale britannica si può arrivare in Italia attraverso altri scali, ma riteniamo doveroso che il governo, assieme alla disposizione del blocco dei voli, assicuri attraverso un ponte aereo che i nostri connazionali che si trovano a Londra o il altre città inglesi per studio, lavoro o altri motivi, possano rientrare in Patria.
Approntare un ponte aereo può essere un problema complesso ma il nostro governo deve attivarsi con urgenza per non lasciare soli i nostri connazionali che si trovano nel Regno Unito. Farnesina e ministero dei Trasporti e dell’aviazione civile, agendo tempestivamente, possono organizzare i voli e devono poter disporre di Alitalia, compagnia “di bandiera” per la quale tanti soldi dei contribuenti italiani sono stati spesi.
In subordine si può anche pensare a garantire viaggi in pullman e in nave.
L’ambasciata italiana a Londra e i consolati nelle città britanniche devono assistere i cittadini italiani in UK che hanno necessità o desiderino tornare in Italia. Per i casi di urgenza dovrebbe attivarsi anche l’Unità di Crisi a Roma.
Dare ascolto ai molti nostri connazionali che spingono per rimpatriare nel minor tempo possibile è un’elementare questione di civiltà.