Un nuovo modo di pensare: il logos contro il mythos


Un nuovo modo di pensare
Con le loro domande, le ipotesi e le risposte, i primi filosofi introducevano, inventavano e sperimentavano un nuovo modo di pensare e di ragionare che noi oggi chiamiamo “razionale”. Così facendo, si opponevano alla tradizione mitologica.
Logos vs mythosLa filosofia è nata opponendo il logos (λόγος) al mythos (μύθος), il pensiero razionale alla tradizione mitologica. Questa è una tesi storiografica molto diffusa, sostenuta già dagli stessi filosofi greci. Così formulata, però, è troppo semplice e imprecisa. Cos’è il logos? Cos’è il mythos? In che senso l’uno può opporsi all’altro? In Grecia le due parole avevano significati simili: mythos voleva dire “parola”, “racconto”, “favola” e logos significava “parola”, “discorso”.
Il mythosIl mythos era un vasto insieme di cosmogonie, teogonie e storie degli eroi, ma anche di narrazioni, leggende e favole. I miti, nella Grecia antica, si tramandavano di generazione in generazione grazie alla tradizione orale e ai testi scritti dell’epica, della lirica e della tragedia. Ancora oggi ricordiamo e conosciamo un gran numero di miti, leggende e racconti greci. Ci sono tuttora familiari i nomi e le vicende degli dèi dell’Olimpo (Zeus, Era, Ermes, Afrodite, Ares…) così come le storie degli eroi (Achille, Agamennone, Ulisse…).

Novità della filosofia
Le domande dei primi filosofi erano molto diverse dalle domande alle quali rispondeva la tradizione mitica. I miti narravano le origini del mondo e degli dèi, le loro storie e le vite degli eroi. I primi filosofi, invece, si ponevano domande sulla physis e sull’arché, sulla matematica e i numeri, sull’essere e sulla conoscenza.
Argomentazione vs tradizioneLa filosofia ha iniziato a porre domande che fino ad allora nessuno aveva formulato e, soprattutto, ha inventato un nuovo modo di cercare e giustificare le risposte. Invece di affidarsi alla tradizione e ai suoi autorevoli rappresentanti, invece di cercare le risposte nelle conoscenze condivise e tramandate nei secoli oralmente, i primi filosofi si affidavano alla correttezza e alla coerenza delle argomentazioni.
Empietà dei filosofiForse, proprio per aver introdotto questi elementi di novità nel campo del sapere, i filosofi entrarono in conflitto con la tradizione mitica e religiosa. Alcuni di loro furono accusati di empietà, cioè di non rispettare la religione e trascurare i culti. Per esempio Anassagora, che fu esiliato da Atene per aver sostenuto che il sole non fosse una divinità, bensì una palla di metallo infuocato. Il caso più celebre è quello di Socrate, che fu accusato e poi condannato a morte per empietà e corruzione dei giovani.

I filosofi e la filosofia
Non bisogna però immaginarsi che, nella Grecia classica, i filosofi fossero dei perseguitati. Quando si parla di conflitto con la tradizione mitica ci si riferisce soprattutto a ciò che i filosofi medesimi dicevano della filosofia. Loro stessi, infatti, ci tenevano a distinguere la propria attività e i propri discorsi dai racconti e dalle leggende della tradizione.
I miti platoniciAnche quando narravano dei miti nelle proprie opere, i filosofi li considerano diversi e distinti dall’argomentare filosofico. È il caso di Platone, che inserisce nei propri dialoghi diversi miti (come il mito della caverna e il mito di Er nella Repubblica) per parlare di contenuti filosofici in modo efficace, verosimile e comprensibile.

Fonte: https://www.studenti.it/