(ANSA) – PALERMO, 24 APR – D’ora in poi non dovrà andare al cimitero per portare i fiori a don Pino perché per sentire vicino l’uomo che ha cambiato la vita del quartiere basterà alzare lo sguardo. La signora Giuseppina vive a Brancaccio da sempre e del rione in cui la mafia uccise padre Pino Puglisi, prete scomodo che voleva allontanare i ragazzi da un destino di mafia, conosce ogni angolo.Quando le hanno detto che a qualche metro dal luogo in cui il sacerdote venne assassinato dai sicari dei fratelli Graviano sarebbe stato realizzato un enorme murales col volto di don Pino ha sorriso.
Il murales che raffigura il sacerdote da poco proclamato Beato è una delle opere che dà vita a un’iniziativa complessa.
Si chiama Spazi Capaci ed è un progetto di design sociale curato da Alessandro de Lisi, che la Fondazione e il Ministero hanno prodotto per il 29esimo anniversario della strage di Capaci costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta.
L’idea è riconquistare gli spazi, tornare a viverli attraverso le opere in un progetto sperimentale di “memoria 4.0”, che, partendo inizialmente da luoghi di Palermo compia un viaggio attraverso tutto il Paese. Un cammino lungo tre anni verso la riappropriazione di spazi emblematici di memoria, col traguardo nel 2023, anno in cui ricorre il trentennale delle stragi di Firenze, Roma e Milano . Il progetto verrà inaugurato il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, alla presenza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e delle massime autorità dello Stato, ma i “cantieri” delle prime opere, tutte all’aperto nel rispetto delle norme anti-Covid, partiranno simbolicamente il 25 aprile.
A dare il via all’iniziativa saranno quattro opere: “La porta dei Giganti” di Andrea Buglisi, due enormi ritratti su parete, uno di Giovanni Falcone, l’altro di Paolo Borsellino realizzati a pochi metri dall’Aula Bunker del carcere Ucciardone, teatro del maxiprocesso alla mafia. Sotto l’Albero Falcone verrà collocata “L’attesa”, la statua di una giovane donna realizzata dall’artista trentino Peter Demetz che rappresenta l’attesa di una città per la giustizia. Nel cortile dell’Aula Bunker dell’Ucciardone, sarà allestita una colossale installazione di Velasco Vitali: “Branco”, 54 cani a grandezza naturale, sculture in ferro, lamiere e cemento. Il branco rappresenta la fame di potere criminale e l’abuso della mafia sulla società. A Brancaccio, infine, Igor Scalisi Palminteri realizzerà un monumentale polittico urbano dal titolo “Roveto Ardente”, ritraendo tra l’altro il sacerdote ucciso dalla mafia.
“Consapevoli che la cultura è determinante per il rinnovamento dello spirito dei popoli abbiamo chiesto ad alcuni artisti italiani di contribuire alla realizzazione di un programma speciale di interventi urbani, nei luoghi simbolo del riscatto civile contro le mafie. – spiega Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone e sorella del giudice ucciso – Le opere che realizzeremo sono anche un omaggio a una città che ancora porta evidenti le cicatrici e le brutture della speculazione edilizia e del ‘sacco’”. “Durante un’importante e recente operazione antimafia dei Carabinieri, in una intercettazione un mafioso diceva al suo compare che la presenza è potenza. Da questa terribile affermazione, inizia questo progetto di produzione per la città: andare per strada con le opere d’arte, con gli artisti e i giovani delle scuole, in tempo di restrizioni culturali pesantissime, di solitudine”, spiega Alessandro de Lisi, curatore del progetto, autore e scrittore.
Il progetto che prende il via a Palermo coinvolgerà gli studenti di diverse scuole in linea con l’impegno che Fondazione Falcone e Ministero dell’Istruzione da anni portano avanti nella consapevolezza che la lotta alla mafia non può prescindere dalla cultura e dal coinvolgimento dei ragazzi. (ANSA).