di Lorenzo Colovini
Kant sosteneva che esiste sì una realtà assoluta (che chiamava “la cosa in sé”) ma che questa è inconoscibile, è irraggiungibile dal pensiero e dunque ciò che noi vediamo e pensiamo è una rappresentazione soggettiva, un noumeno ovvero un prodotto del nostro νους, il cervello. Sosteneva, cioè, che esiste un insopprimibile dualismo tra “pensiero” e “realtà”, tra “verità” e “certezza”. Queste reminiscenze mi sono venute in mente avendo colto con crescente sgomento l’abissale differenza tra cosa “vedo” io della drammatica realtà in cui viviamo e certe prese di posizione che a me appaiono lunari. Mi rifugio dunque idealmente nella metafisica per farmi una rassegnata ragione del fatto che ciò che a me appare chiaro e evidente per (molti) altri è solo una narrazione a cui contrappongono tutto un altro … noumeno. Insomma, scherzandoci su, alla mia tenera età ho scoperto cosa si intende con prenderla con filosofia.
Per l’ineffabile Salvini le elezioni appena celebrate in Russia sono state un trionfo di democrazia, il popolo ha votato, il popolo ha sempre ragione. E non sono dichiarazioni isolate, non è possibile nemmeno declassarle a infortunio perché assolutamente in linea con il tifo sfegatato per Trump (e continuo a chiedermi come può il Nostro ritenere che quel figuro a capo degli USA rappresenti un’opportunità per il nostro Paese e il nostro futuro), con lo sguaiato latrare contro l’Europa (“chi sceglie la Lega sceglie meno Europa: meno burocrazia, meno tasse, meno ideologia pseudo-green… serve più Italia”) e col flirtare con la peggiore feccia sovranista in Europa. Mi chiedo altresì cui prodest questa ennesima surreale uscita; certo è in difficoltà, sgomita per distinguersi dalla Presidente del Consiglio e riguadagnare consenso … ma davvero un potenziale elettore della Lega apprezza queste sesquipedali sciocchezze? Davvero non si è accorto che a Mosca è andata in scena una farsa penosa? Va detto inoltre che purtroppo Salvini non fa danni solo al suo partito e alla maggioranza, che ci interessa il giusto. Il grave è che danneggia tutto il Paese perché mette oggettivamente in difficoltà l’Italia e ne mina la credibilità. Ed è stucchevole il solito ritornello secondo cui, malgrado i deliri del Ministro delle Infrastrutture, la maggioranza è coesa, contano i fatti e la Lega alla prova dei fatti ha sempre votato “giusto”. Il fatto oggettivo è che questo governo ha un vice-premier e Ministro che parteggia apertamente per un despota, che tifa contro l’Europa in totale antitesi con il posizionamento internazionale del stesso Governo di cui fa parte. Non è possibile continuare a fare finta di nulla.
Può consolare il fatto che Salvini ne ha dette tante e tali che per i più si è ormai sputtanato ed è un imbarazzante ingombro persino per molti degli stessi leghisti. Purtroppo, il Capitano è in numerosa compagnia. Per esempio, uno che rivaleggia con Salvini nell’esibire una res cogitans un po’, diciamo, “originale”, è Michele Santoro. Ospite di Gramellini in una trasmissione TV https://www.youtube.com/watch?v=9I9uKWCrALQ con tracotanza è andato molto oltre la consueta narrazione ipocritamente filo-putiniana per cui in premessa si ammette che Putin sì, certo, è l’aggressore ma poi si mette completamente da parte la premessa come fosse irrilevante e si parte con una narrazione del tutto contraria … è stato provocato, è colpa nostra, dell’Occidente, degli americani, della NATO e quant’altro. È andato dritto per dritto, senza ipocrisie: Putin è un capo di Stato che fa i suoi interessi e tiene alla sicurezza del suo Paese, mica altro; la NATO è colpevole di aver minacciato tale sicurezza e, udite udite, gli ucraini mica erano così schierati … un terzo della popolazione guardava con passione alla grande madre Russia, un terzo effettivamente guardava all’Europa e il restante terzo era assolutamente indifferente. Ne consegue, come immediato corollario, che l’Occidente guerrafondaio ha provocato (l’Occidente … mica Putin) il terribile tributo di morti e distruzioni per niente, perché le opzioni tra l’essere una repubblica democratica e indipendente e quella di essere un satellite asservito alla Russia avevano lo stesso consenso! Bene aveva fatto Dubcek ai tempi dell’abortita primavera di Praga, si era arreso ai russi, risparmiando al suo popolo la distruzione che invece Zelensky ha inflitto al suo. Tutte queste cose dette mentre il pur autorevole conduttore (le cui opinioni, siamo certi, NON sono certo le stesse di Santoro) appariva deferente e timoroso, quasi imbarazzato a porre obiezioni, dette col tono di chi chiede quasi scusa di eccepire al Grande Maestro, generoso di sorrisi ossequiosi e nel lasciare correre risposte evasive o “non risposte” (e pure mostruosità come l’asserzione che le operazioni di presidio navale contro gli Houti sono fatte “per difendere le navi di Israele”!).
E poi il Papa e la sua intervista celeberrima alla TV svizzera, con la sua bandiera bianca, la Nato che “abbaia” ai confini, la necessità da parte dell’Ucraina di prendere atto della “sconfitta” (che semmai sarebbe un pareggio, visto che l’obiettivo di Putin era di asservire l’intera Ucraina instaurandovi un governo vassallo di Mosca). Ora, per uno il cui Principale raccomandava di “porgere l’altra guancia”, nessuno scandalo in sé, diciamo che adempie alla sua missione. Però, e qui torniamo alle obiezioni (cui non ho avuto controargomentazioni) che ponevo a Carlo Alberto Bolpin https://www.luminosigiorni.it/cultura/le-tribolate-contraddizioni-del-pacifismo-risposta-a-bolpin/, si deve essere consequenziali e coerenti fino alla fine. Se la pace è il valore assoluto, e questo dunque prevale su cosette come libertà, diritti, democrazia, allora si deve dire la scomoda verità: l’Ucraina deve arrendersi, deve ingoiare il rospo ed eventualmente sperare nella benevolenza dei vincitori (che tali sono per papa Bergoglio) che gli lascino il territorio faticosamente e dolorosamente difeso fino ad oggi. E invece no, la somma ipocrisia di dire che l’Ucraina deve avere il coraggio di “negoziare”. E già, di grazia, negoziare esattamente cosa, come? Ma non ha forse, il Vaticano, mandato in missione negoziale il cardinale Parolin senza aver cavato un ragno dal buco? Negoziare con chi? Con un interlocutore che (parole dell’ottimo Vittorio Emanuele Parsi nell’interessante intervista che abbiamo pubblicato https://www.luminosigiorni.it/europa/progetto-europa-il-liberale-come-realista-democratico/) ha dimostrato di avere le idee molto chiare: l’imperialismo, anzitutto. Lo dichiara esplicitamente. Fa affiggere manifesti in cui si proclama che non esistono confini naturali per la Russia, che la Russia è ovunque vi sia un russo. (..) qualcuno che mente sistematicamente per poi aggredire e conquistare territori su territori, invadendo. Ci si dimentica che la sera prima dell’invasione dell’Ucraina Putin disse a Macron che non c’era alcuna intenzione russa in tal senso. Il leader russo ha una formazione di non-verità continua. Fa un uso smodato della violenza. È di una freddezza glaciale.
Ma papa Francesco è andato oltre. Ha di fatto messo sullo stesso piano aggredito e aggressore perché ha riproposto alla TV svizzera la sua tesi classica che “dietro le guerre c’è il commercio delle armi”. La guerra non è il prodotto intrinseco della natura umana, come è successo da quando l’homo sapiens è comparso sulla terra (e verosimilmente ha sterminato i Neanderthal e le altre specie umane..) no, non è homo homini lupus.. Eppure la stessa Chiesa ci racconta di Caino e Abele … anche in quella circostanza era colpa degli intrighi dell’industria delle armi? Papa Urbano II, quando nel 1095 lanciò la prima Crociata (non prendo a caso l’esempio, evidentemente, tra i mille possibili) contro gli infedeli prendeva forse una tangente da fabbri maniscalchi e armatori? Non è, si badi bene, solo un’impuntatura dialettica: se la colpa è tutta dei loschi trafficanti di armi, ne deriva una assoluta, totale equiparazione delle parti. Che sono due “vittime” necessitate della situazione.
Beninteso, è assolutamente ragionevole che si consideri l’opzione di chiuderla qui (ammesso e non concesso che la Russia sia disponibile). Per motivi evidenti. Ma dev’essere eventualmente un atto di real politik, di constatazione di un’impossibilità di alternative ma fermo deve restare il senso di ingiustizia, di sopruso subito, non certo il sancire che non ci sono torti e ragioni, che è tutta colpa dei mercanti di armi. E dev’essere nel caso accompagnato da un rinforzo della capacità bellica europea, di un esercito europeo (altro che il “meno Europa” di Salvini). Più che mai necessario perché nel frattempo Putin ha convertito l’industria domestica in una macchina di guerra non facile da fermare neppure volendo. E invece, guarda caso, le anime belle che sono per la pace qui ed ora sono proprio coloro che guardano con orrore alle spese militari, quelli che l’Ucraina non dev’essere supportata, quelli insomma che credono o fingono di credere che la pace non sia qualcosa che si conquista e le cui condizioni si precostituiscono ma che sia uno stato di natura.
Salvini, Santoro, Bergoglio.. personaggi diversissimi per ruolo, standing intellettuale e valori di riferimento; e non certo soli (si pensi a certi personaggi con cui la segretaria del PD sta pensando di infarcire le liste per le Europee). Cosa li accomuna? Io credo che sia la mancata consapevolezza che in gioco (non solo sul fronte ucraino) c’è il destino e il futuro di un mondo fatto di diritti individuali, di valori che riteniamo universali, un futuro che ci eravamo illusi fosse un dato di fatto irreversibile e anzi, destinato a espandersi in tutto il pianeta quasi more geometrico. Luminosi Giorni ha recentemente pubblicato un approfondimento di Silvia Rizzo sul momento non propriamente di salute delle democrazie nel mondo https://www.luminosigiorni.it/mondo/democrazia-il-migliore-dei-mondi-possibili-teniamocela-stretta/. Sono dati purtroppo non sorprendenti ma che ugualmente destano allarme. Dittatori, satrapi, regimi autoritari, sponsor di terroristi fanatici che vogliono tornare al Medioevo, alla cancellazione dei diritti, delle regole internazionali, più che mai ringalluzziti non tanto e non solo dall’aggressione di Putin ma dal fatto che, all’interno del ridotto recinto delle democrazie, vi siano voci che danno loro di fatto ragione. O che nella migliore delle ipotesi ne annacquano le responsabilità in una melassa indistinta, in un’oscurità dell’intelletto dove tutti i gatti sono neri.
Fonte: Solo Riformisti