Un bel dì VEDREMO


Mentre ci si prepara a ricordare i 100 anni dalla morte di Puccini, esplode il caso del Comitato per le celebrazioni. Progetti faraonici in stile “tre tenori” e accuse di conflitti d’interesse. Così il presidente Alberto Veronesi è contestato

DI MAURO BALESTRAZZI

Tutti i retroscena del giubileo Puccini: quanto costa, chi lo gestisce, cosa non sta funzionando
Povero Puccini. Se nell’aldilà arrivano gli echi delle misere vicende mortali, chissà quanti moccoli il sor Giacomo starà lanciando alle notizie provenienti dalla sua città natale, dove il 10 ottobre scorso si è insediato il comitato che dovrà programmare le celebrazioni per il centenario della morte (2024) e, quindi, gestire e assegnare i 9,5 milioni (1,5 per il 2022 e 8 per il 2023) stanziati dallo stato con la legge n.234 del 30 dicembre 2021.
Partiamo dalle premesse di questa storia che è appena agli inizi. Il 22 agosto 2022, il presidente del Consiglio in carica, Mario Draghi, firma il decreto con cui viene istituito il “Comitato promotore delle celebrazioni pucciniane”. Lo presiede il maestro Alberto Veronesi, nominato dallo stesso presidente del Consiglio, e lo compongono venti membri: Antonio Parente, delegato dal
ministro della cultura; Nicola Bellini, delegato dal ministro dell’istruzione; Maria Letizia Melina, delegata dal ministro dell’università e della ricerca; i presidenti della regione Toscana e della provincia di Lucca; i sindaci dei comuni di Lucca, Viareggio e Pescaglia; i presidenti delle fondazioni Giacomo Puccini, Festival Pucciniano, Simonetta Puccini e Teatro alla Scala; i presidenti del Centro studi Giacomo Puccini, della Casa musicale Ricordi, dell’Archivio storico Ricordi e dell’Associazione lucchesi nel mondo; infine, quattro insigni esponenti della cultura e dell’arte musicale, esperti della vita e delle opere di Puccini, nominati dal ministro della cultura: Gabriella Biagi Ravenni, Riccardo Chailly, Michele Girardi e Massimo Marsili. Chailly, dopo i primi contatti, rinuncia perché dice di non avere il tempo per dare un contributo fattivo e anche Marsili si dimette. Compito istituzionale del comitato, in carica fino al 31 dicembre 2024, è destinare i 9,5 milioni stanziati dal governo per un adeguato programma di celebrazioni, manifestazioni culturali e interventi di tutela e valorizzazione dei luoghi pucciniani, seguendo gli indirizzi generali indicati dal comitato scientifico (la cui nomina darà luogo a polemiche).
I primi problemi arrivano dopo pochi incontri del comitato promotore. Nicola Bellini, delegato dal ministro dell’istruzione e nominato subito tesoriere per le sue competenze (è professore di economia e management alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa), il 19 novembre si dimette dall’incarico e dal comitato per un profondo e inconciliabile dissenso con il presidente Veronesi. Lamenta la mancanza di una strategia complessiva e soprattutto l’incompatibilità fra le proposte procedurali avanzate in relazione ai bandi da promuovere e i principi di una buona amministrazione delle risorse pubbliche. In particolare, il tesoriere si rifiuta di avallare con procedimento d’urgenza, e senza una discussione preventiva con gli altri membri del comitato, tre avvisi pubblici (uno relativo alla creazione di una “Accademia di alta formazione con caratteristica di continuità dedicata a Giacomo Puccini”, uno riguardante l’effettuazione di un concorso lirico per voci pucciniane, l’altro per la “raccolta di proposte progettuali relative alla valorizzazione e tutela dei luoghi pucciniani”) che avrebbero impegnato 2.845.000 euro, ovvero quasi un terzo sull’intero importo stanziato per le celebrazioni, e di cui soltanto 465.000 euro relativamente all’esercizio 2022. Queste dimissioni bloccano momentaneamente l’attività del comitato fino a quando non viene nominato un nuovo tesoriere nella persona del banchiere Giovanni Bussu. Va detto che intanto il ministro della cultura ha concesso una proroga fino al 28 febbraio per gli impegni di spesa relativi al 2022.
Il 7 dicembre il presidente legge una relazione delineando le linee guida del progetto celebrativo: sviluppo
di occupazione giovanile qualificata; coordinamento progettuale che comprenda anche la parte scientifica e turistica; reperimento internazionale delle risorse. Nel documento c’è di tutto. Si dice che il progetto deve avere “una proiezione internazionale” e si propone “una partnership culturale” con le Olimpiadi parigine del 2024, l’Expo di Osaka del 2025, le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 e perfino le Olimpiadi di Los Angeles e Messico del 2028. Il modello è il concerto dei tre tenori tenutosi a Caracalla in occasione del Mondiale di calcio del ‘90. Il programma prosegue: “Grandi serate di gala con attori recitanti celeberrimi e arie eseguite dai più grandi artisti, le cui anteprime siano eseguite a Lucca e Viareggio. Per l’Expo asiatico mostre legate a Gauguin e Van Gogh in associazione con il Puccini asiatico. Contemporaneamente lo sviluppo di un festival pucciniano a Lucca a Pasqua, a Natale e a Pentecoste con contestuale rafforzamento della kermesse estiva a Torre del Lago”.
Per raggiungere questi obiettivi, prosegue il documento, servono diverse strutture: un ufficio con personale multilingue, un altro per organizzare una raccolta fondi, un terzo per lavorare sulla promozione specifica dei luoghi pucciniani, una scuola che crei occupazione giovanile qualificata nel campo dello spettacolo. Poi c’è l’idea di lavorare nel campo audiovisivo, con il finanziamento di una sceneggiatura di livello internazionale per convincere un grande regista a girare un film su Puccini sull’esempio dell’Amadeus di Forman, e poi, magari cofinanziato dalla Rai, un documentario sullo stile di quello dedicato a Morricone da Tornatore. Ancora: video per promuovere le nuove edizioni critiche delle opere pucciniane, con un cofanetto che il comitato acquisterà per farne dono ai mecenati sostenitori. Caldeggiati dal comitato scientifico, seguono progetti di solidarietà internazionale, come missioni in Nicaragua, Ucraina e Tunisia. Non mancano (e per fortuna…) i progetti di ripristino e riqualificazione degli edifici legati a Puccini, come il villino di Viareggio, la villa di Torre del Lago, la casa di Lucca e quella di Celle, spazi per i quali si prevedono tecnologia multimediale e visori 3D. C’è ancora molto altro: iniziative scientifiche, convegni, e una particolare relazione con Milano, che dovrebbe ospitare una rassegna pucciniana stabile (dove? alla Scala?) e un museo pucciniano all’interno del Conservatorio. Molta carne al fuoco, come si vede, troppa e un po’ confusa secondo alcuni membri del comitato; senza contare che, per realizzarne anche solo una minima parte, servirebbero finanziamenti assai più consistenti di quelli stanziati. Mentre il presidente è impegnato nella campagna elettorale per le regionali in Lombardia (e in gennaio e sino alla fine di febbraio non ci sono riunioni del comitato), il malcontento viene alla luce con una prima lettera dei sindaci di Lucca, Viareggio e Pescaglia. In data 6 gennaio, i tre amministratori scri
vono: “Come rappresentanti dei territori che amministriamo, chiediamo al presidente, in qualità di garante e figura super partes, di fare chiarezza sul percorso e sulle ambiguità emerse anche a livello politico. Riteniamo infatti che un ruolo così delicato e importante debba essere svolto nella massima trasparenza e senza nessun fraintendimento. Se così non fosse, il nostro ruolo di rappresentanti istituzionali ci imporrebbe di chiedere alle autorità preposte di adottare i provvedimenti conseguenti”.
Tre giorni dopo, il 9 gennaio, i tre studiosi pucciniani presenti nel comitato promotore (Virgilio Bernardoni, Gabriella Biagi Ravenni e Michele Girardi) firmano una memoria in cui denunciano la “conduzione disordinata e non trasparente” del comitato stesso da parte del presidente. Nello specifico, oltre a diverse dettagliate contestazioni sulle modalità procedurali, lamentano soprattutto il fatto che il presidente si sia praticamente riservato ogni potere sulla scelta e la nomina dei membri di quel comitato scientifico che dovrebbe indirizzare e valutare la scelta dei progetti, e inoltre che lo stesso presidente abbia emanato due bandi (uno per la raccolta di proposte progettuali relative alle celebrazioni novembre/dicembre 2022, l’altro per la nomina di un commercialista) senza sottoporli all’approvazione del comitato e senza fornire al comitato l’elenco completo dei progetti concorrenti e dei criteri applicati alla loro valutazione. Per tutti questi motivi, i firmatari chiedono “un intervento autorevole che istituisca una fattiva cooperazione fra presidenza e comitato promotore”.
Sotto le lenti ci sono in particolare due progetti presentati dall’Orchestra sinfonica della Calabria: un corso per di
rettori d’orchestra nel nome di Puccini (contributo richiesto 40.000 euro) e una manifestazione con concerto e conferenza su “Puccini e il mezzogiorno italiano” (richiesta di 20.000 euro). Il presidente ha proposto di erogare un contributo di 10.000 euro per il concerto e la conferenza, accogliendo interamente la richiesta di 40.000 euro per il corso per direttori. Le due proposte sono state approvate dai membri del comitato presenti alla riunione e il presidente si è astenuto dalla votazione, ma questo non è bastato a sollevarlo dall’accusa di conflitto di interessi quando si è scoperto che lo stesso Veronesi ha partecipato all’atto di costituzione dell’orchestra e che l’ha diretta più volte. Il presidente ha ribattuto dichiarando alla stampa che tutti nel comitato hanno conflitti d’interessi, ricevendo un’immediata pubblica smentita dagli studiosi. Un’altra critica mossa a Veronesi è quella di aver proposto un contributo di 5.000 euro a un concerto milanese presentato come Galà lirico al teatro Dal Verme, ma svoltosi poi al Conservatorio e rivelatosi di modesto livello e non all’altezza di godere del patrocinio del comitato. Lo scontro, insomma, sembra inevitabile e gli oppositori potrebbero arrivare a chiedere le dimissioni di Veronesi. Scoppierà la pace o ci sarà un mezzogiorno di fuoco? Difficile in ogni caso immaginare un passo indietro del presidente, vista anche la sua recente adesione al partito che oggi è al governo. Da tempo impegnato politicamente, in pochi anni Veronesi è passato dal Pd al cosiddetto Terzo polo e infine a Fratelli d’Italia, ma tutti questi cambi di maglia non sono serviti a dargli la soddisfazione di una vittoria alle amministrative in cui si è presentato candidato: nel 2016 alle Comunali di Milano nella lista di Beppe Sala (sinistra); nel 2020 alle Regionali in Toscana nella lista del Pd; nel 2022 alla carica di sindaco a Lucca per il terzo polo (Italia Viva, Azione, + Europa); un mese fa alle Regionali in Lombardia con Fratelli d’Italia. Vedremo se la spunterà con Puccini. 턢

Fonte: Classic Voice