AGI – A un anno dalla sua morte, causata dal Covid-19, migliaia di cinesi hanno reso omaggio sui social network a Li Wenliang, l’oftalmologo di Wuhan che fu tra i primi otto ad aver lanciato l’allarme a fine 2019 sulla pericolosità di una “misteriosa infezione simile alla Sars“.
Il suo nome divenne noto soprattutto perché la polizia locale lo convocò, insieme ad altri colleghi, accusandolo di seminare il panico con delle “bufale” e gli intimò di non farlo più. Tuttavia, la magistratura cinese dovette ben presto dargli ragione, almeno in gran parte: la misteriosa malattia non era Sars, ma i suoi appelli erano giustificati perché il nuovo coronavirus si stava diffondendo al galoppo mietendo numerose vittime.
L’oftalmologo di 34 anni fu quindi autorizzato a tornare in corsia, dove però trovò la morte in seguito al contagio. Lasciò un bimbo di cinque anni e una moglie incinta. La sua storia provocò sdegno e rabbia nel Paese diventando un trending topic. Fu visualizzata 1,5 miliardi di volte sul popolare social network Weibo, l’equivalente cinese di Twitter. In quei primi giorni di febbraio dell’anno scorso si erano anche diffusi degli hashtag critici nei confronti delle autorità che però furono immediatamente cancellati dalla censura.
L’avvertimento su WeChat
Il 30 dicembre 2019, Li lanciò un avvertimento su WeChat, la piattaforma di messaggistica istantanea più popolare in Cina, chiedendo ai propri compagni di studi di fare attenzione. Questo suo messaggio, con il nome visibile, si era diffuso tra gli utenti. Il giovane medico aveva reso noto che il suo ospedale aveva isolato sette pazienti dopo la diagnosi di una sindrome simile alla Sars, la polmonite respiratoria acuta grave. Quattro giorni dopo fu convocato dalla polizia locale e dopo essere stato minacciato fu anche costretto a firmare un documento per riconoscere il suo “errore”.
Quando gli avvenimenti dimostrarono che c’era motivo di mettere in guardia la popolazione, furono silurati due funzionari di alto livello della provincia dell’Hubei. Su Weibo, la pagina personale di Li rimane uno dei rari spazi in cui gli utenti parlano apertamente di come l’inizio dell’epidemia fu un trauma, in particolare con l’attuazione di un lockdown rigidissimo.
Oggi, quella pagina è stata inondata da migliaia di messaggi. Molti raccontano come è cambiata la vita con il virus: “Dottor Li, pensavo che tutti si sarebbero dimenticati di Lei un anno dopo. Mi ero sbagliato e Lei continuerà a vivere per sempre nel cuore dei cinesi”, si legge in un post. In un altro messaggio un utente si rivolge all’anima di Li augurandole un buon nuovo anno lunare e assicurandole che “io e tutti i miei cari facciamo del nostro meglio nella vita e va tutto bene”.
In questi giorni è in corso a Wuhan la visita degli esperti dell’Oms per raccogliere informazioni sull’origine del virus. Peter Ben Embarek, capo della delegazione, ha anticipato che i dati che stanno ottenendo dagli scienziati cinesi sono molto utili. Ben Embarek ha anche escluso alcune teorie come quella che il coronavirus sarebbe “uscito” dal laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan. “Se iniziamo a inseguire fantasmi qua e là non andremo mai da nessuna parte”, ha sottolineato.
Vedi: Un anno fa moriva Li Wenliang, il medico di Wuhan che lanciò l'allarme sul Covid
Fonte: estero agi