E’ ufficiale: Ursula von der Leyen si candida per un secondo mandato alla guida della Commissione europea. La scelta è stata bollata dal Consiglio federale della Cdu, il partito tedesco che guida il Partito popolare europeo. E proprio il Ppe dovrà vidimare von der Leyen come Spitzenkandidat al Congresso di Bucarest del 6-7 marzo.
“Oggi prendo una decisione consapevole e ponderata: voglio candidarmi per un secondo mandato”, ha annunciato in conferenza stampa a Berlino al termine della riunione del partito la 65enne tedesca, ex ministra della Difesa, che ha traghettato l’esecutivo europeo per una pandemia, due guerre e una crisi energetica. “Dobbiamo difenderci dalle divisioni interne ed esterne. Sono certa che abbiamo la forza per farlo, e questo è il compito che mi sono prefissata”, ha spiegato.
Le priorità invece sono essenzialmente due: difesa e competitività. Nella competitività chi vuole ci può leggere anche una revisione del politica del Green deal che in questi anni, in particolare negli ultimi mesi, ha collezionato aspre critiche anche dai suoi alleati del Ppe. “Vogliamo affrontare tutte le sfide che ci circondano ma in modo che le persone sappiano che per loro nell’Ue ci sono protezione e sicurezza. Uno dei temi principali è la competitività della nostra economia, ma l’altro tema è la sicurezza, in un senso più ampio, e il titolo onnicomprensivo è difendere la democrazia e i nostri valori”, ha sintetizzato.
La candidatura di von der Leyen arriva in un momento in cui l’Unione europea si trova ad affrontare forti venti contrari da parte dell’estrema destra, la guerra della Russia contro l’Ucraina è ancora in corso e con lo spettro di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca che scuote gli alleati. A questo si aggiungono i dati di un’economia che arranca ancora, appesantita propria dalla Germania.
“Mi sono candidata nel 2019 perché credo fermamente nell’Europa. L’Europa è la mia casa, proprio come la Bassa Sassonia. E quando è arrivata la richeista se avrei potuto immaginare di diventare presidente della Commissione europea, ho detto subito sì, intuitivamente. Oggi, cinque anni dopo, prendo una decisione molto consapevole”, ha raccontato von der Leyen.
Tuttavia già cinque anni fa non è stato un passaggio semplice. Al Consiglio europeo – sono i capi di Stato e Governo a proporre il nome del candidato alla Commissione, considerando l’esito del voto delle europee – a molti risultava totalmente sconosciuta. Al Parlamento europeo ha incassato la fiducia per solo nove voti di differenza. Anche per questo motivo von der Leyen è impegnata – e spesso accusata – di guardare troppo a destra per raccogliere più consenso. Verdi e liberali, da parte loro, lo pongono come elemento dirimente per ogni sostegno. Insomma, nessuna alleanza con chi vuole smantellare il Green deal. Sempre che non voglia farlo von der Leyen con le proprie mani. (AGI)