Unità europea, transizione climatica, pilastro sociale europeo e difesa della democrazia. Sono alcuni dei temi che il Re Filippo dei Belgi ha affrontato nel suo intervento in plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles. “Qui, a Bruxelles, le Istituzioni europee hanno trovato casa fin dall’inizio”, ha esordito in Aula. “Anche personalmente sento molto forte questo legame con l’Europa, non solo come capo di Stato e come belga, ma anche come essere umano. L’albero genealogico della mia famiglia è una testimonianza della storica impollinazione incrociata tra le nazioni europee”, ha aggiunto. “La variopinta eredità dei nostri antenati e le esperienze che acquisiamo lungo il percorso ci rendono ciò che siamo. Questa versatile stratificazione e intreccio di culture rappresenta un enorme arricchimento. Ci collegano al destino degli altri, ci incoraggiano a lasciare un mondo stabile e prospero”, ha continuato.
“In questi tempi di guerra, incertezza e disordini sociali, l’Europa e il mondo hanno un disperato bisogno di speranza”, ha proseguito il sovrano. “Si discute spesso delle divisioni all’interno dell’Unione. Ma sostenendo l’Ucraina dimostriamo che insieme possiamo prendere decisioni forti”, ha ricordato il monarca, citando anche le situazioni di crisi poste dalla Brexit e dal Covid-19. “In ogni crisi, in ogni svolta, ci mostriamo uniti e decisi. Ma l’Unione europea va ben oltre la semplice gestione delle crisi: deve guidarla una visione a lungo termine”, ha sottolineato.
L’unità europea, secondo Filippo, deve esprimersi anzitutto nel lavoro alla lotta al cambiamento climatico. “Dal 1990, l’economia europea è cresciuta del 60%, mentre le emissioni sono diminuite del 30%. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere gli obiettivi per il 2030 e il 2050, e le emissioni globali stanno purtroppo aumentando. La nostra politica climatica contribuisce anche alla realizzazione di un altro importante obiettivo, ovvero l’indipendenza strategica dell’Unione. Più utilizziamo le energie rinnovabili, meno dipendiamo dall’energia importata”, ha spiegato.
“L’Unione europea svolge un importante ruolo geopolitico nelle questioni climatiche ed è riconosciuta come l’attore geo-ecologico per eccellenza”, ha detto ancora. Ma l’unità, secondo Re Filippo, è soprattutto una rivoluzione che sostituire le rivalità nazionali: “L’Unione soffre ancora di un’eccessiva frammentazione. Immaginiamo una nuova ‘grande rivoluzione europea del nostro tempo, la rivoluzione che mira a sostituire le rivalità nazionali con un’unione nella libertà e nella diversità’, come la proponeva a suo tempo Jean Monnet. Perché in realtà il mercato unico di Jacques Delors non è ancora sufficientemente unificato, né in termini di governance economica, né di mercato dei capitali, né di ricerca e innovazione”, ha affermato.
“Ci sono opportunità da cogliere nei settori della mobilità elettrica, dei semiconduttori, delle batterie, delle materie prime rare e dell’intelligenza artificiale. Siamo ancora troppo spesso indietro nell’invenzione, ma soprattutto nell’innovazione”, ha rilevato. “Uno degli strumenti principali per raggiungere l’autonomia è stimolare la nostra competitività. Lavoriamo insieme per una vera reindustrializzazione europea, incentrata sulla rivoluzione verde e digitale, e che rappresenta molto più di una semplice transizione”, ha puntualizzato.
Re Filippo è poi passato a parlare della dimensione sociale europea. “Ciò che distingue l’Europa dagli altri grandi attori è che la creazione di ricchezza è integrata da importanti meccanismi di giustizia sociale. Questa complementarietà è essenziale per garantire che i giovani, i cittadini di domani, mantengano la fiducia nell’Europa”, ha evidenziato.
In questo contesto, il sovrano si è detto “preoccupato per la perdita di fiducia” nelle istituzioni europee “e per l’ascesa dell’autocrazia in tutto il mondo”. “La democrazia non è solo garante della libertà e della giustizia, ma anche dei valori umani come la nostra capacità di indignarci di fronte alla sofferenza delle persone confrontate a guerre disumane. L’attuale crisi globale ha quindi una dimensione morale. L’essere umano deve restare la misura di tutte le cose”, ha concluso re Filippo. (AGI)
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